Nutrirsi di risentimento è bere veleno e sperare che l’altra persona soffra, ma nella realtà dei fatti non si fa altro che avvelenare se stessi, a seguito di un dolore molto profondo o di un male gratuito ricevuto. E’ lecito e totalmente da giustificare come meccanismo per cosa si sta provando anche se sarebbe meglio non macerarsi nel rancore come nel risentimento. Occorre pertanto:
- elaborare-affrontare il dolore forte e profondo come comprendere appieno le proprie emozioni: essere onesti con sé stessi, chiedersi se il risentimento provato è associato ad un dolore vissuto nel passato del tutto indipendente dalla persona o dalle circostanze; riconoscere la rabbia come l’indignazione senza restare incatenato in questa spirale; lenire così le ferite, focalizzando sempre l’attenzione sul dolore, descrivendo sempre umori e stati d’animo, perché è probabile che si stia reprimendo una sofferenza che riemerge più grande nella situazione attuale;
- accettare le cose come sono: ammettere senza opporre resistenza a tutto ciò che non si può di fatto cambiare. Il dolore non è una scelta, mentre la sofferenza al contrario sì. Accettare le piccole cose così da poter riconoscere le situazioni più difficili e dolorose;
- praticare meditazione: utile per potenziare le sensazioni positive; diminuire tensioni e stress; riequilibrare le emozioni e spazzare via la rabbia ed il risentimento, lasciando posto alla comprensione come all’empatia;
- mettersi nei panni dell’altro: aiuta a chiarirsi le idee su quant’è accaduto e lenire il dolore come il senso di vuoto. Più si è in grado di fare così e meno si serberà il rancore nella vita e la qualità della stessa migliorerà. Tutti, chi più e chi meno, desiderano essere accettati, nonostante le difficoltà personali;
- amarsi incondizionatamente: nessuna persona può farti sentire sempre amato ed accettato tranne te stesso; non si deve esser troppo duri con sé stessi, fare ove necessario un passo indietro e non dimenticarsi mai di amarsi ed apprezzarsi in ogni momento;
- evitare di vendicarsi (è controproducente e non serve): non ne vale la pena agire impulsivamente;
- avere aspettative realistiche riguardo le persone ed il futuro: in quanto nessuno può andare incontro a tutte le esigenze, specie poi quando non si comunicano chiaramente aspettative e trovare un giusto compromesso su ciò che ognuno si aspetta;
- non addossare tutta la colpa all’altra persona ma riconoscere i propri sbagli è del tutto necessario: è doveroso parlare sempre in prima persona; riflettere sul proprio stato d’animo e su quello che si sta vivendo. Restare sempre concentrati su sé stessi, sul proprio dolore (che va riconosciuto e condiviso reciprocamente) e sulla situazione;
- a volte è difficile ammettere di non essere perfetti, di avere punti deboli e non reagire sempre nel migliore dei modi: accettare il fatto che le persone commettono errori e concedersi la chance di valutare il contesto in cui una persona ha agito per comprendere la situazione nella sua totalità;
- vivere la propria vita frequentando persone ottimiste e sincere: capaci di sostenerti e permetterti di prendere autonomamente le decisioni, di supportarti qualunque cosa accada;
- perdonare e liberarsi da tutto il dolore ed il male ricevuto: un modo reale di perdonarsi consiste nel descrivere su un pezzo di carta la situazione, il proprio malessere come anche il reale motivo che ci spinge a questo gesto, poi accendere un fuoco, bruciare il foglio e lasciar andare via tutto!
Il risentimento penetra in profondità ed attacca l’anima lacerandola; è e resta una prigione personale ed il perdono è la chiave che ci apre la porta.
Antonella Betti