“Aria inquinata e fumo fanno gli stessi danni”. In bar, pub e trattorie, sull’alcool ancora si ripete cantando “Mi sun alpin, me piase el vin”, “il vino fa buon sangue”, “il vino rosso fa bene”: quando nessuno dice ad alta voce che l’alcool è un potente cancerogeno, i suoi benefici sono nulla rispetto ai danni, fa male a qualsiasi dose ed è innocuo solo a livello zero. Inoltre, la pubblicità per l’alcool non è vietata (con 20.000 morti l’anno solo in Italia), e infatti feste e discoteche si riempiono sempre più di giovani neoalcolizzati. Per il fumo (80.000 morti ogni anno) la pubblicità tradizionale da tempo è vietata, e allora Big Tobacco, l’industria delle sigarette, finanzia (da sempre) lo “show business” affinché produttori, sceneggiatori e registi senza scrupoli riempiano film e fiction con ingiustificabili scene di fumo gaudente.
Rudy PuntoRudy, presidente dell’Associazione Benessere SenzaFumo Onlus, l’Associazione dei Rudy (ossia NonFumatori) italiani, presentata per la prima volta al pubblico il 14 marzo scorso col patrocinio della commissione europea, spiega: «C’è una novità, da alcuni anni questa potentissima industria ammazzaclienti usa direttamente il mondo sanitario per diffondere pesanti “pseudonotizie” : con i miliardi che ha, finanzia medici e strutture per “ricerche” mirate verso un certo tipo di risultati che poi i propri uffici comunicazione trasformano in “notizione” da rilanciare in tutto il mondo, usando i grandi media come gratuiti megafoni pubblicitari, spesso inconsapevoli. Proprio ora è apparsa sulle più importanti testate la notizia “Respirare l’aria inquinata equivale a fumare un pacchetto di sigarette al giorno”. È un titolo sparato apposta per fare grande effetto, il concetto è scientificamente assurdo ma poggia su argomenti confezionati in modo da apparire credibili a tutti i non addetti ai lavori».
«La notizia» continua il presidente di BSF «è quella di un certo dott. Barr, con base in uno dei tanti “campus” privati USA, che su una rivista specializzata del settore (che va almeno in cinquantotto paesi) ha fatto pubblicare una ricerca “di 17 anni su sei aree urbane statunitensi”, svolta seguendo “7mila adulti di età tra i 45 e gli 84 anni”: secondo questa ricerca, respirare per anni aria inquinata può far venire l’enfisema. Questa grande scoperta (dell’acqua calda) ha però permesso al Dr. Barr di dichiarare in modo perentorio sulla rivista che questo danno è equivalente ai danni polmonari derivanti “da 29 anni di consumo di un pacchetto di sigarette al giorno”: insomma, fumo o aria inquinata sono la stessa cosa.
La “notiziona” ora viaggerà per anni in tutto il mondo (soprattutto grazie al Web), senza che la maggior parte dei media approfondisca un po’ la cosa per cercare prima di capire da dove arrivi tale “scoperta”. Partiamo dal fatto che questo “slogan” tanto è perentorio quanto sono vaghe le vere certezze scientifiche raggiunte dalla ricerca: “…l’esposizione costante agli inquinanti è stata probabile concausa… danni che lo smog può provocare soprattutto nei soggetti vulnerabili… si tratta di capire in quale misura lo smog contribuisca alle malattie polmonari croniche…”. Insomma, non c’è nulla di grave e di certo per tutti, ma intanto il titolo viene “strillato” alla grande.
Poi si parla di un campione di 7mila adulti “sani” di età tra i 45 e gli 84 anni (“sani” a 84 anni?) senza precisare se questi “sani” erano Fumatori o NonFumatori, oppure se erano ex-Fumatori ancora sani, dove certi danni potrebbero essere la ovvia conseguenza dei decenni di fumo precedenti.
Insomma, grazie a questa piccola ricerca su una specifica patologia respiratoria, si spara in tutto il mondo che Aria e Fumo fanno gli stessi danni: si sostengono certe idee promozionali affinché (seguendo collaudati criteri “standard” che permettono poi l’accreditamento scientifico) queste arrivino a determinati risultati».
Ancora il presidente Rudy: «Il mondo medico purtroppo oggi è divenuto colluso, ma esistono anche tanti bravi medici e ricercatori che non si rendono conto di essere semplici strumenti di questo marketing, tanto cinico quanto raffinato. E poi bisogna formare meglio tanti giornalisti. Da sempre la strategia-base in questi affari è minimizzare il problema, diffondere il “benaltrismo”: quale “assist” migliore per acchiappare nuove vittime giovani e per conservare i vecchi dipendenti da nicotina che drammatizzare l’inquinamento, togliendo responsabilità al Fumo, parlando di fatalità e di destino cinico? Insomma, per Big Tobacco si deve sempre morire di “ben altro”, è sempre fondamentale ridurre la percezione delle colpe del fumo consolidando l’idea, nei cervelli dei fumatori (e non), che si può anche fumare in pace, visti i danni tremendi che ci sono ovunque nell’aria: ecco, ora sembra respirare aria o fumo più o meno si equivale, da oggi una bestemmia scientifica viene fatta girare in tutto il mondo».
Dopo questa precisa denuncia, si capisce perché oggi la ricerca, veicolata dai mezzi non specializzati, risulta sempre meno credibile; e perché, ormai, attraverso i “social ” viaggiano pseudonotizie parascientifiche di tutti i tipi.
Cristiana Enrica Ranieri