E’ il luogo macabro dove al confine tra Grugliasco e Collegno, in fondo alla via Lombroso a Torino, i bambini che venivano internati perché ‘ineducabili’ e ‘pericolosi a sé e agli altri’, avevano anche tra i 3 ai 4 anni, venivano legati ai cancelli del giardino o ai termosifoni bollenti, al letto e fuori al freddo se mostravano troppa vivacità o erano ‘lagnosi’.
Questa foto è stata pubblicata dall’Espresso il 26 luglio 1970 e aveva fatto scoppiare lo scandalo al manicomio diretto dal professor Giorgio Coda (poi processato e condannato per maltrattamenti).
Se il governo Conte-bis, esordisce nelle ultime ore, per bocca di alcuni suoi sostenitori – senatori e parlamentari -che sui mezzi stampa millantano un ‘possibile ridimensionamento‘ dei fatti gravissimi rinvenuti a Bibbiano, appellandosi a qualsiasi atto tecnico, qualsiasi via di fuga che insomma scagioni un’intera classe politica responsabile del business legato alle strutture di affidamento in Italia, allora siamo in presenza di un abominio commeso pubblicamente ai danni di creature inocenti che per la loro inpossibilità di difesa personale e quindi di replica, sono e sembrano rimanere condannati a questo inferno.
Se i fatti sono questi, non si ingeneri un filone di occultamento delle verità scoperte fino ad oggi, non si ‘tappi la bocca’ alle famiglie, alle madri e ai padri, che testimoniano in maniera diretta quali orrori hanno e stanno ancora vivendo in queste ore i loro poveri bambini nelle maledette strutture pubbliche in questione. Non si arrivi a scoprire che la vicenda di Villa Azzurra, con le sue modalità agghiacciamti è già presente in centinaia di case famiglia, peraltro chiuse alle visite del pubblico, palesemente contro normative regionali che ne garantirebbero l’accesso ai cittadini. Non si arrivi al crimine di Stato.