Formia e Gaeta – Un’occasione mancata. La definisce così, il sindaco di Formia, Paola Villa, la possibilità – poi non colta – di costituirsi parte civile, dopo gli ultimi sviluppi giudiziari sull’operazione che ha riguardato il materiale ferroso stoccato nello scalo portuale di Gaeta nel 2012.
Operazione Porto sicuro: dal 2012 ad oggi
“Novembre 2012: la prima denuncia pubblica e richiesta di chiarimenti all’autorità Portuale – ricorda il Primo cittadino di Formia – Dicembre 2013: prima assemblea pubblica sulla montagna di residui ferrosi.”
E ancora: “Giugno 2014: sopralluogo con i parlamentari M5S finalmente potemmo fare domande tutte oggetto di documentazione mandata agli organi competenti; 2016: operazione “Porto Sicuro” segno che “qualcosa non andava e non andava sul serio”.
E poi: “Settembre 2019: richiesta di condanne pesanti ed esemplari da parte del Tribunale di Cassino per l’azienda Intergroup per illeciti sia ambientali che amministrativi.” Riferendosi, con quest’ultimo punto, all’udienza, tenutasi giovedì scorso, che vede imputate a vario titolo 4 persone e che, dopo una lunga requisitoria, ha visto il pm Mattei formalizzare la richiesta di condanne per un totale di sedici anni e mezzo e maxi sanzioni per le società coinvolte.
“Unico rammarico nessuno dei due comuni interessati, né Formia né Gaeta pensò allora di costituirsi come parte civile“, ha concluso il Sindaco di Formia, secondo cui, oltre alla possibilità di richiedere un risarcimento per danni ambientali, quello di costituirsi parte civile sarebbe stato un forte segnale sia per i cittadini del Golfo, ma, ancor di più, per le società che qui lavorano, che, avrebbero dovuto mettere in conto la volontà dei due Enti.
(Il Faro on line)
Fonte: Il Faro