Quella di oggi è una storia nuova, diversa dall’ennesimo caso di minori sottratti.
Quella di oggi è la storia di E.R., un bambino di origini russe che è arrivato in Italia con la nonna paterna. Ma l’arrivo nel Belpaese non ha coinciso per lui con l’estrema serenità e tranquillità. Dal 2013 E.R., infatti, viene dapprima affidato alla zia paterna che abitava in Toscana già da qualche tempo: successivamente però, i rapporti tra la nonna e la zia si incrinano a tal punto che le discussioni diventano tante, troppe, e l’affidamento del minore passa alla nonna, affetta, a quanto si legge negli atti, da una forma medio grave di demenza senile.
Seppur il rapporto tra la signora anziana e il nipote si basi sul volersi bene reciprocamente, la storia di E.R. prende ancora una volta una strada inaspettata quando, dopo la partenza per l’estero della zia e l’eccessiva preoccupazione per la salute della nonna, comincia a frequentare sempre più assiduamente la casa della sua maestra delle elementari. Con lei E.R. sta bene, è sereno e passa volentieri i pomeriggi. Anche i rapporti tra la nonna e la maestra sembrano essere buoni, nessun astio o perplessità nei confronti della donna che tiene in cura il nipote.
E’ sulla base di tali situazioni, e sulla base di una serenità del minore che appare chiaramente dagli atti, che il Tribunale stabilisce l’affidamento di E.R. ai servizi sociali con collocazione presso il domicilio della maestra, ma sempre con la possibilità di vedere la nonna e gli altri familiari ad incontri stabiliti.
Anna Catalano