Si è parlato a lungo di minori sottratti, tantissime sono state le testimonianze provenienti da tutta Italia portate a conoscenza dei cittadini. Sono state svolte inchieste, intervistate anche cariche dello Stato. Ma mai, come sabato 8 novembre, si era arrivati a parlare apertamente di una correlazione tra «una psichiatria malata e una manipolazione di atti gestiti dalla Procura e dagli assistenti sociali». E’ stata questa l’occasione ideale per far parlare forti personalità italiane e lasciare che esponessero la propria opinione in merito alla tragedia legata ai “sequestri” di Stato.
«Noi oggi siamo qui per sostenere il fatto che ad oggi 500 mila bambini sono stati affidati ai servizi territoriali e non tutti abitano a Bibbiano. Esiste un fenomeno di disgregazione, in qualche modo voluto, anche per scelte normative sbagliate e per collusioni evidenti, che noi vogliamo riportare al diritto di essere genitori, diritto ad essere bambini». E’ così che la dottoressa Vincenza Palmieri parla di un chiaro e diretto intervento statale nell’affidamento illecito di migliaia di minori ed aggiunge: «Bisogna necessariamente escludere tutti quei provvedimenti che dal lontano 2000 hanno reso possibile tutto questo».
Presente all’incontro anche l’autrice di Vite strappate dagli anni ’70 ad oggi, Antonella Betti, la quale ha ricordato ancora una volta la tragica esperienza vissuta sulla propria pelle e ha voluto sottolineare la presenza anche di assistenti sociali dedite al proprio lavoro e capaci di gesti di bontà nei confronti di un sistema che tende ad allontanarsi dalla retta via.
Intervento importante è stato quello dell’avvocato Carlo Taormina, il quale ha affermato «hanno tutti paura che si capisca cosa succede nelle case famiglia. La censura non viene applicata solo alla stampa. Quelli sono luoghi in cui se si entra ci si rende conto de visu della situazione e quindi poi costituisce una forma di informazione all’esterno». Ha poi aggiunto: «Lo Stato è mafia, non si può più distinguere fra l’uno e l’altro. Oggi non abbiamo un momento del rapporto genitori-figli che non sia interessato dall’ingerenza pesante dello Stato e la corruzione è endemica nel nostro Paese. E’ uno schifo».
Anna Catalano