Il governo ha chiesto all’Antitrust la possibilità di ridurre le commissioni dovute dai commercianti nel caso di transazioni con carte di credito e carte di debito, in particolari per quanto riguarda i piccoli pagamenti. Per le commissioni dovute in caso di pagamento elettronico di importi fino a 5 euro il Governo ha chiesto l’azzeramento degli oneri, e una riduzione delle commissioni per gli importi fino a 25 euro.
L’obiettivo è stimare il numero e il valore delle operazioni in contanti e ottenere informazioni sul comportamento dei consumatori in materia di pagamenti. I risultati mostrano che il contante è stato lo strumento più utilizzato, anche se carte e strumenti alternativi sarebbero preferiti nel caso in cui l’individuo potesse scegliere il metodo di pagamento senza vincoli. Il contante è stato utilizzato principalmente per i pagamenti di basso valore, mentre gli altri strumenti sono stati usati più frequentemente per transazioni di valore più elevato. I pagamenti quotidiani
sono stati prevalentemente effettuati in contanti, anche quando erano disponibili alternative.
La scelta dello strumento di pagamento è influenzata dalle caratteristiche della transazione,
ancor più che dai fattori socio-demografici: l’uso significativo del contante è spiegato dal fatto
che nei diari sono state rilevate solo le transazioni presso i POS, dove il valore dei pagamenti.
Uno dei punti su cui l’esecutivo giallo-rosso ha insistito è stata la lotta all’evasione fiscale che passa attraverso alcune misure chiave. In generale infatti, per una serie campagna di lotta all’evasione fiscale e di contrasto alle mafie e al riciclaggio si passa per la stretta sui contanti, lo strumento anonimo e non tracciabile che viene spesso impiegato per scopi evasivi e sugli incentivi all’utilizzo di mezzi tracciabili come le carte di credito. I primi effetti positivi dell’introduzione, ad esempio, della fatturazione elettronica sono già stati registrati in un aumento del gettito nonostante la fase economica difficile che sta attraversando il nostro Paese.
In pratica è stato previsto un “superbonus” che dal 2021 restituirà ai contribuenti direttamente sui propri conti correnti il 10% o il 19% (ancora su queste percentuali non c’è accordo) delle spese sostenute nei settori dove è alto il rischio di evasione fiscale, sulla base dei dati in possesso dall’Agenzia delle Entrate. E’ il caso ad esempio dei piccoli lavori edilizi a casa, come l’idraulico o l’elettricista, o della cura della persona come parrucchieri ed estetisti.
Il limite del contante a 2.000 euro per i prossimi 2 anni, per tornare a 1.000 euro nel 2022. Lo scopo è sempre quello di garantire maggiore tracciabilità dei pagamenti, le sanzioni per esercenti e commercianti che non consentiranno il pagamento elettronico tramite POS o che non accetteranno il codice fiscale dei clienti. Le sanzioni previste sono due distinte, a seconda della violazione commessa e saranno composte da una componente fissa pari a 30 euro più una componente variabile pari al 4% del valore della transazione per cui si è negato il pagamento con modalità tracciabili. Il cliente che si è vista negata la possibilità di pagare in modalità elettronica potrà andare dal Prefetto per denunciare la violazione, a cui farà seguito accertamenti e controlli.
Le sanzioni arriveranno fino a 2.000 euro qualora i commercianti si rifiutino di accettare il codice fiscale dei contribuenti, impedendogli così di partecipare alla lotteria degli scontrini, che prevede in palio premi mensili fino a 50.000 euro. In merito al funzionamento della nuova lotteria 2020 si rimanda alla lettura dell’articolo Lotteria degli scontrini 2020: ecco come funzionerà deduzione dei costi e detrazioni dell’IVA solo per chi sostiene le spese con modalità tracciabili, così come adesso già accade per i benzinai.
L’uso degli strumenti elettronici per i pagamenti è aumentato in tutto il mondo, anche se non si
hanno evidenze di una sostituzione del contante. Le banconote, infatti, non sono solamente utilizzate come strumento di pagamento, ma anche come riserva di valore è pertanto difficile individuare il peso delle diverse componenti della domanda.
Dati sull’uso del contante a fine transattivi sono di difficile reperimento e solamente grazie ad
indagini ad hoc è possibile avere maggiori dettagli su chi usa il contante, per quale acquisti e in
quali luoghi. Dati relativi ai diari di pagamento su indagini effettuate tra il 2009 e il 2012 in
Australia, Austria, Canada, Francia, Germania, Paesi Bassi e in Germania.
Paolo Miki D’Agostini