Nella Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, “Nessuno tocchi Caino”, il Tribunale delle Libertà Marco Pannella, l’Unione Italiana Forense, hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale le condizioni dei minori condannati a morte nella Repubblica Islamica dell’Iran.
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato un rapporto sullo stato dei diritti umani e sull’uso della pena capitale in Iran con interventi di relatori, testimonianze e video.
Presenti al dibattito:Giovanna Reanda (giornalista di Radio Radicale), Elisabetta Zamparutti (tesoriere di Nessuno tocchi Caino), Elisabetta Rampelli (avvocato, presidente dell’Unione Italiana Forense), Federico Mollicone (deputato, Fratelli d’Italia), Azar Karimi (rappresentante dell’Associazione Giovani Iraniani in Italia), Azar Karimi (rappresentante Associazione Giovani Iraniani in Italia), Antonella Betti (assitente sociale e presidente di Help& First Aid – Minori & Famiglie Roma ONLUS), Shahrzard Sholeh (presidente dell’Associazione delle Donne Democratiche Iraniane in Italia), Domenico Letizia (giornalista), Davood Karimi (presidente dell’Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia), Porzia Addabbo (regista).
Oltre centonovanta le nazioni che hanno ratificato la convenzione. In Italia la sua ratifica è avvenuta nel 1991.
Presente anche Antonella Betti, assitente sociale e presidente di “Help& First Aid – Minori & Famiglie Roma ONLUS” nonché autrice del libro “Vite strappate in Italia, dagli anni 70 ad oggi”.
Il suo un intervento decisivo per ribadire il dovere da parte del nostro governo di aiutare queste popolazioni per un’etica evolutiva di tutta la specie umana.
La Betti ha ricordato che in Iran attualmente vi sono novanta donne minorenni nel braccio della morte che devono essere salvate!
Il 23 ottobre una relazione dell’inviato speciale Onu ha espresso una profonda preoccupazione per l’uso complessivo della pena di morte da parte dello Stato iraniano, ricordando come, se proporzionato alla popolazione, nessuno nel mondo compie altrettante esecuzioni. In tale contesto coloro che chiedono il rispetto dei diritti umani sono intimiditi, arrestati e detenuti. Almeno 32 persone sono state arrestate da gennaio 2018 per aver protestato contro le leggi sul velo obbligatorio, la maggior parte delle quali donne che hanno subito pene più severe rispetto ai loro coimputati maschi. Inoltre molti esponenti di varie etnie religiose e del mondo della cultura, sono soggetti ad arresti arbitrari e detenuti per la loro partecipazione a una serie di attività pacifiche come la difesa dell’uso delle lingue minoritarie, l’organizzazione o la partecipazione a manifestazioni pubbliche e l’adesione ai partiti di opposizione. Le notizie, seppure approssimative che riescono a superare i controlli dei guardiani della rivoluzione, sono allarmanti. E’ urgente mobilitarsi per chiedere che lo Stato dell’Iran rispetti i diritti umani e i diritti fondamentali dei minori.
Giuliano Borgna