Roma 18 gennaio 2019. Alla luce dell’incontro promosso da Rotondi e Cesa che si è svolto oggi a Roma sulla
nascita di una fantomatica rinnovata “Democrazia cristiana” denominata Partito del Popolo Italiano o
Partito Popolare Italiano (PPI) con il simbolo dello scudo crociato, «la DEMOCRAZIA CRISTIANA, quella vera,
storica e legittimata da sentenze passate in giudicato dalla Corte di Cassazione» attraverso una nota
stampa del portavoce «diffida , sia singoli soggetti che formazioni politiche che si sono indebitamente e
illegittimamente appropriate della denominazione Democrazia Cristiana (DC), del simbolo dello scudo
crociato in quanto sono il nome e il simbolo di un soggetto giuridico che non è mai stato estinto come da
Sentenza n.1305 del 2009, della Corte di Appello di Roma con passata in giudicato a seguito di Sentenza n.
25999/10 delle Sezioni Unite della Cassazione, la quale ha statuito che la Democrazia Cristiana è restata
in vita negli e con gli iscritti del 1993, anno dell’ultimo tesseramento».
«Ed è proprio sulla base di detta Sentenza» continua «che gli iscritti del 1993, previa convocazione
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, si sono riuniti in Assemblea Costituente il 12 ottobre 2019, ridando vita
alla Democrazia Cristiana storica ed eleggendo le cariche di vertice. Infatti, la Corte di Appello di Roma
con passata in giudicato a seguito di sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione ha statuito che sia il
partito politico della “Democrazia Cristiana”, in giudizio nella persona di Angelo Sandri, qualificatosi
segretario politico nazionale, sia l’Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (UDC), sia il
Centro Cristiano Democratici (CCD), sia i Cristiani Democratici Uniti (CDU), sia il Partito Popolare Italiano
(PPI), non essere identificati con la Democrazia Cristiana “storica”, data la sopravvivenza di questa negli
iscritti del 1993».
«Ma» fa notare il portavoce della DC «nonostante il suddetto giudicato e nonostante l’Assemblea
Costituente abbia trovato continuità sulla base di un percorso giuridico suggerito dalle sentenze suindicate,
le suddette formazioni politiche insistono nel qualificarsi “Democrazia Cristiana” e/ o usare il simbolo dello
scudo crociato: una di queste è la formazione politica facente capo prima a Gianni Fontana e ora a Renato
Grassi, Rotondi e Cesa che si è riunita oggi e l’altra è l’Associazione politica di Angelo Sandri.
Per quanto riguarda la formazione politica del Grassi, Rotondi e Cesa (dell’incontro di oggi), l’identificabilità
della sua formazione politica con la Democrazia Cristiana è stata esclusa da due Sentenze passate in
giudicato, entrambe del Tribunale di Roma, Sez. terza Civile; dalla Sentenza del Consiglio di Stato, Sez.
terza; dalla decisione del 12 aprile 2019 dello Ufficio Elettorale della Corte di Cassazione. Ma, nonostante
questa non potesse qualificarsi legittimamente “Democrazia Cristiana”, non solo ha proceduto ugualmente
al tesseramento, ma come abbiamo visto, illegittimamente, in barba alle sentenze e alla Diffida consegnate
a tutte le Questure d’Italia, compresa quella di Roma, parla ancora di “Democrazia cristiana” e usa
ugualmente il simbolo dello scudo crociato.
Per ciò che concerne invece l’Associazione di Angelo Sandri, che si proclama segretario politico della stessa.
Nonostante la Sentenza del Tribunale Civile di Roma confermata dalla Corte di Appello di Roma con
Sentenza passata in giudicato a seguito di Sentenza della Corte di Cassazione del 2019, che ha dichiarato
inammissibile il suo ricorso e gli fosse stato inibito di utilizzare la denominazione Democrazia Cristiana ed il
relativo acronimo DC, in barba alle Sentenze continua ad utilizzare denominazione e simbolo della
Democrazia Cristiana e procedere al tesseramento».
«È lapalissiano» aggiunge infine «che la Democrazia Cristiana ha subito e continua a subire un grave
danno dall’operato di organismi e uomini che si sono rivelati non legittimati e da successive formazioni
politiche che si erano proclamate “eredi” sulla base di presupposti che sono stati dichiarati inesistenti».
In considerazione di quanto esposto, la Democrazia Cristiana ha chiesto sia al Ministero dell’Interno che
alla Camera dei Deputati, sia alle Prefetture che alle Questure territorialmente competenti di utilizzare i
poteri loro ascritti perché prendano provvedimenti interdettivi, per rendere effettiva la inibizione
giudiziale di tali illegittimi e illegali comportamenti.
«Questa situazione e queste iniziative» dice in conclusione «stanno generando non solo una gran
confusione tra i cittadini, ma nuocciono gravemente alla credibilità della ricostituita Democrazia Cristiana vera, storica, legittimata da sentenze della Corte di Cassazione che desidera essere presente
sulla scena politica come un partito fatto di persone che desiderano operare con spirito di servizio per la
realizzazione del bene comune, per migliorare la qualità della vita di ogni persona e per rendere la nostra
società più equa, più aperta, più collaborativa e non ultimo, più libera».
Il portavoce, Armando Manocchia
E a proposito di religione cristiana, il 25 gennaio p.v. si terrà a Roma in piazza Santi Apostoli alle ore 15 il ChristianDay, un evento dedicato alla difesa dell’identità cristiana e organizzato da Cristiani per l’Italia, Azione Cristiana Evangelica e dal Movimento Rialzati Italia. La manifestazione sarà l’occasione per unire i singoli fedeli e varie associazioni in una giornata che intende contrapporre la cristianità e la fede alla blasfemia e al vilipendio della religione cristiana che negli ultimi anni stanno dilagando.