Il Rotary Club di Roma, fondato nel 1925 e quindi il più antico della Capitale, continua nella propria intensa attività benefica a sostegno di importanti realtà del territorio. Il 25 febbraio scorso ha infatti rinnovato il proprio impegno nel supportare il Centro delle Febbri Periodiche (CFP) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso una consistente donazione. Il CFP è un polo di eccellenza italiano per quanto riguarda la ricerca e la cura di queste patologie ancora poco conosciute e sulle quali è necessario un grosso sforzo in termini di ricerca, come spiega il Prof. Raffaele Manna, Responsabile del Centro delle Febbri Periodiche: “A volte queste vengono confuse con altre malattie. Ci sono casi nei quali il paziente che si reca dal medico viene accusato di essere un visionario. Ma fortunatamente, anche grazie alle donazioni del Rotary Club di Roma e alla sua attività di sponsorizzazione, il livello di attenzione verso queste malattie rare si è rinforzato. Negli ultimi anni le nostre conoscenze sulle febbri periodiche sono notevolmente aumentate grazie alle nuove metodologie di indagine del DNA con NGS (Next Generation Sequencing). Inoltre, da due anni, le malattie autoinfiammatorie sono state riconosciute come entità nosologica dal Sistema Sanitario Nazionale ed inserite nell’elenco delle malattie rare. Ci auguriamo che l’azione del Rotary Club di Roma possa essere da esempio e stimolo per altri sostenitori”.
Lo studio di queste febbri, definite “autoinfiammatorie”, ha rivelato il ruolo dell’Immunità innata, cioè quella che innesca una risposta difensiva immediata, sotto forma di picco febbrile, prima che l’immunità “adattiva” porti alla produzione degli anticorpi specifici. Invece esistono soggetti con mutazioni dei geni dell’immune innata, che rispondono inappropriatamente, con febbri ricorrenti o cicliche, a fattori scatenanti non infettivi. Lo studio di queste febbri “autoinfiammatorie” ci sta aprendo anche la finestra sulla resistenza immunitaria.
Il Centro delle Febbri Periodiche svolge un’intensa attività assistenziale, tra valutazioni preliminari e visite di controllo e monitoraggio della terapia. Ogni anno, sono circa 250 i nuovi pazienti, circa 600 le visite di controllo eseguite, grazie alle quali, vengono diagnosticati circa 200 casi di condizioni autoinfiammatorie propriamente dette. Tra personale medico e di laboratorio, attualmente il CFP impiega 6 professionisti che assistono adulti e bambini. Il CFP è parte integrante sia del network di collaborazione ERN (European References Networks), volto a collegare sinergicamente i centri specializzati in malattie rare; specificamente si tratta del RITA (European Network on Rare Primary Immunodeficiency, Autoinflammatory and Autoimmune diseases), dedicato alle malattie autoinfiammatorie.
Raffaello Ragaglini, Presidente del Rotary Club di Roma, ha commentato: “Il futuro del Rotary Club di Roma si costruisce con la buona volontà e con le azioni di solidarietà. È per questo che, tra i tanti progetti portati avanti dal Club, quest’anno ci siamo particolarmente concentrati nel supportare il CFP. In accordo con il Centro, la nostra donazione sarà indirizzata alla ricerca genetica mediante l’Esoma, che è una metodica ancora più avanzata rispetto alla NGS. Siamo fieri del fatto che il nostro aiuto contribuisca al sostegno e alla cura dei tanti bambini e adulti che, affetti da questo tipo di patologie, si rivolgono al CFP. Per meglio supportare le attività filantropiche e di sostegno al settore della medicina, all’interno del nostro Club è stata istituita la nuova Commissione Rapporti con il mondo medico, presieduta dal socio Prof. Angelo Zoli del Policlinico Universitario Agostino Gemelli. È preciso intendimento del Rotary Club di Roma continuare nella strada intrapresa anche nei prossimi anni, contribuendo come Club e cercando donatori e nuove sponsorizzazioni”.
di Emidio Piccione