Fiorentino, classe 1935,laurea in giurisprudenza, ex magistrato della Corte di cassazione, giornalista, deputato DC, e fondatore del movimento per la vita, Carlo Casini è mancato l’altro giorno nella sua casa romana dopo lunga malattia. Era affetto da sclerosi multipla laterale amiotrofica (SLA) che lo costrinse per anni all’immobilità e che gli tolse anche l’uso della parola. La notizia della sua scomparsa è stata data dal quotidiano Avvenire. La sua fu una carriera davvero brillante, entrato in magistratura nel 1961, dal ’63 al ’66 rivesti la carica di pretore a Empoli, per poi passare – dal 1966 al 1979, a Firenze in qualità di sostituto procuratore; in quel periodo indagò sulla cosiddetta “clinica degli aborti” facendo arrestare Gianfranco Spadaccia del Partito Radicale. Dal 1999 al 2003 in qualità di parlamentare è stato consigliere presso la Corte di Cassazione, rivestendo anche il ruolo di docente di diritto internazionale e diritti umani presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, oltre che membro della Pontificia Accademia per la vita. Cattolico appassionato, dopo l’approvazione della legge sull’aborto del 22 maggio 1978, nel gennaio 1980, fondò il Movimento per la Vita (MpV), un’associazione per la difesa del diritto alla vita e la dignità di ogni uomo. Grande amico di Madre Teresa di Calcutta, lottò tutta la vità contro l’aborto, per la difesa dei più deboli e degli indifesi, per la procreazione responsabile, contro le manipolazioni genetiche, l’eutanasia e il suicidio. Il movimento per la Vita aderisce al Forum delle Associazioni Familiari. L’amico Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, così ricorda il compianto amico Casini in Avvenire.it del 23.3.2020: «È stato tantissimi anni alla guida del Movimento per la Vita, riuscendo a trasformare una piccola associazione in un grande movimento di massa. Carlo ha saputo trascinare nella sua campagna a favore della vita umana milioni di persone, cogliendone il profondo valore. Parlava con la competenza dell’uomo di legge e la conoscenza della dottrina morale, ma ti affascinava soprattutto con il vigore della sua testimonianza e la forza del suo annuncio profetico. Non sempre è stato compreso. Veniva spesso attaccato e combattuto nelle sue idee. Talvolta anche in maniera insidiosa, ma non si è mai fermato, e lo spessore della sua preghiera, unita alla limpidezza della sua testimonianza e della sua vita spirituale, sono stati la prima e più convincente risposta».
E come scrisse lo scrittore statunitense Irvin D.Yalom nel suo romanzo La cura Schopenhauer «Se mai qualcosa merita di essere onorato e benedetto, dovrebbe semplicemente essere questo, il dono inestimabile della pura e semplice esistenza».
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