Cosa ci attende dopo la fine dell’emergenza coronavirus e la riapertura graduale delle attività economiche? Questa la domanda di fondo che l’AIDP (l’associazione italiana per la direzione del personale) si è posta in questi giorni e cha ha rivolto attraverso una ricerca agli oltre 3mila associati. L’AIDP è oggi un network di 17.500 membri, 16 gruppi regionali, una rete internazionale e dal 1960 promuove uno sviluppo responsabile della cultura manageriale in ambito risorse umane. Rappresenta quindi un osservatorio privilegiato degli orientamenti e delle tendenze di una funzione aziendale cruciale soprattutto in questo particolare periodo storico. Tra i soci AIDP prevale un sentimento marcato di preoccupazione. Il 56% si attende ricadute pesanti in termini di chiusure aziendali e il 52% immagina elevati tassi di disoccupazione. In generale il 92% dei direttori del personale si aspetta conseguenze notevoli a causa del blocco delle attività economiche nel paese.
E’ forte la consapevolezza rispetto alla necessità di futuri modelli di organizzazione del lavoro: per il 62% ci sarà una riprogettazione secondo le norme di tutela della salute e una costante attività di prevenzione per difendere i lavoratori dal virus; il 55%, invece, prevede un potenziamento delle attività in smart working, il 22% investimenti nelle infrastrutture informatiche e quasi l’11% di potenziamento dello smart learning. La costante, in questo caso, è nel binomio sicurezza per proteggere la salute e nuove tecnologie, che va letta come grande opportunità di preparazione e prevenzione.
Il 46% dei direttori del personale si aspetta un prolungamento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2020, il 39% l’introduzione di misure di accesso al credito agevolato, il 31% chiede la totale defiscalizzazione degli investimenti e il 22% l’intervento dello Stato nelle aziende in crisi. Infine, il 16% propone l’anno fiscale bianco, ossia nessun pagamento delle tasse per tutto il 2020.
“E’ evidente a tutti che l’emergenza coronavirus ha almeno due facce, una fondamentale che attiene alla salute pubblica e alle necessarie misure messe in campo per tutelarla; l’altra riguarda gli inevitabili impatti negativi sul piano economico, sociale e occupazionale che il prolungato stop produrrà e che desta molta preoccupazione – spiega Isabella Covili Faggioli, Presidente AIDP-. Consapevoli che il dopo non sarà facile per le aziende e di conseguenza per i lavoratori, la differenza la faranno le misure straordinarie e giuste che verranno messe in campo per rilanciare l’economia e la consapevole capacità di chi questi processi li deve governare in una prospettiva positiva e con nuove forme di organizzazione. Al fine di non vanificare le misure già pensate e in fase di elaborazione, chiediamo a gran voce un’opera radicale di sburocratizzazione generale, di facilitazioni nell’utilizzo delle agevolazioni, di chiarezza nelle norme e di aiuto alle aziende nel consentire maggiore flessibilità e trasparenza in tutti i rapporti, soprattutto quelli di lavoro”.
di Emidio Piccione