«Con Marino Cortese se ne va un uomo che ha dedicato la sua vita alla politica, alla cultura ma soprattutto alla sua Venezia. Una lunga carriera iniziata sui banchi del Consiglio comunale cittadino e che lo ha visto arrivare fino agli scranni del Senato. Un uomo delle istituzioni che fino all’ultimo dei suoi giorni si è speso per fare in modo di conservare la memoria e la tradizione della nostra Città. Un impegno portato avanti come presidente della Fondazione Querini Stampalia e, proprio in questo triste momento, ritorna alla memoria il suo grande impegno per far in modo che il 150esimo anniversario dalla fondazione, ricordato il 30 maggio dello scorso anno in Consiglio comunale a Venezia, non fosse una semplice rievocazione ma uno sprone per dibattere sull’importanza dell’investire sulla cultura ai giorni nostri.[..] Venezia piange un suo cittadino benemerito che se ne è andato. Alla moglie, a tutta la sua famiglia e a tutte le persone che gli hanno voluto bene arrivino le più sincere condoglianze della Città e mie personali con la promessa di trovare, appena finito questo periodo di emergenza sanitaria, la modalità per rendere il giusto onore alla sua memoria», queste le parole di cordoglio del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
Marino Cortese, ex senatore ed ex assessore comunale, ha vissuto per la maggior parte della sua vita nella sua amata Venezia, città che gli diede i natali. Per oltre un ventennio è stato Presidente della prestigiosa Fondazione Querini Stampalia, voluta dal conte Giovanni Querini, uomo illuminato e ultimo discendente di una nobile famiglia veneziana, che alla sua morte nel 1869, donò alla città di Venezia l’intero patrimonio di famiglia per diffondere la cultura attraverso una Fondazione da tenere aperta il più possibile, e come ricordato, lo scorso anno, da Marino Cortese, in uno dei suoi discorsi in occasione dei 150 anni della Fondazione: «Il testamento di Giovanni Querini costituisce un manifesto politico e culturale di grande valore. Scommettendo sui giovani e sulle generazioni future supportò la diffusione della conoscenza, affinché non fosse solo prerogativa delle classi aristocratiche, ma diventasse strumento per la crescita sociale, contribuendo a un sistema d’istruzione di massa».
Marigusta Lazzari, Direttore della Fondazione Querini lo ricorda cosi: « Per oltre vent’anni ho apprezzato e imparato da questo uomo colto, gentile, corretto, con un senso profondo delle Istituzioni e del rispetto. Un sottile senso dell’umorismo, quasi anglosassone, ci faceva sorridere anche nei momenti più tesi. Venezia perde una personalità della politica e della cultura; una figura di rilievo della società civile, che ha dedicato la sua vita a questi valori.
La Querini piange il suo Presidente più amato».
foto: ©Archivio Comune di Venezia