A Londra un cittadino britannico è stato sospeso della responsabilità genitoriale nei confronti della figlia diciassettenne tramite un provvedimento del Tribunale per i minorenni di Roma. La minorenne è ora trattenuta in una struttura psichiatrica riabilitativa. La figlia del cittadino britannico ha subito a Londra una grave violenza da parte di extracomunitari che sono stati prontamente arrestati dalla polizia londinese.
L’avvocato Carlo Priolo ha assunto la difesa dei genitori della minorenne incredibilmente reclusa in una struttura psichiatrica residenziale. Narra il legale che la minorenne è nata e cresciuta nella capitale britannica. All’età di quindici anni ha subito uno stupro da parte di alcuni extracomunitari celermente individuati ed arrestati dalla polizia londinese. La ferita più atroce ed irreversibile che possa patire una donna. Il padre è cittadino britannico, la madre è italiana, ma ha sempre vissuto a Londra. I coniugi hanno avuto due figli: una femmina e successivamente anche un maschio. Il tragico evento ha sconvolto l’esistenza di una famiglia unita e felice.
Londra, la città amata, ha tradito la fiducia della famiglia. Così la madre con i due figli ha deciso di tornare in Italia provvisoriamente per allontanarsi dalla città divenuta ostile. Allontanarsi per qualche tempo dal luogo dell’evento nella speranza che un’aria nuova potesse attenuare il dolore esistenziale della figlia, che, seppur rimosso, affiorava inesorabilmente periodicamente quando le vicende del quotidiano creavano quei dispiaceri che tutti conoscono e che nella minorenne creavano un dolore più accentuato che in altri.
La madre per essere supportata nel difficile compito di metabolizzare il feroce evento si è rivolta al servizio sociale di zona per essere consigliata e supportata. Un destino maligno ha afflitto anche questo tentativo di ripresa e di rinascimento per un domani migliore. Purtroppo, figlia e madre si sono scontrate con quei ben noti soggetti delle c.d. istituzioni che hanno la presunzione di leggere il foro interno delle persone e vogliono imporre il loro stile di vita che, peraltro, nel loro privato non seguono. Le assistenti sociali hanno disposto la collocazione della minorenne in una struttura psichiatrica di recupero ed avvisato il Tribunale per i minorenni di Roma. La minorenne è quindi vittima di un doppio stupro, uno di violenza efferata da parte di scarti umani, indegni di vivere in società che si definisco civili, l’altro ancora più grave da parte di soggetti pubblici (rectius pubblici ufficiali), ai quali è stato chiesto aiuto, sostegno, solidarietà civile, ed hanno risposto con altrettanta violenza c.d. istituzionale spingendo la giovane nell’abisso.
La madre, donna colta, sapeva che, solitamente, se non vengono riportate serie conseguenze fisiche, le conseguenze psicologiche di uno stupro permangono a lungo. Le donne aggredite che si presentano ai centri di emergenza manifestano degli intensi sentimenti di rabbia e paura, passando da ansia, agitazione, pianto, lamento e riso incontrollato fino ad una calma ostentata che copre ogni altra emozione.
Il padre, cittadino britannico, non è mai venuto in Italia e non ha mai incontrato, parlato, conosciuto in qualche modo coloro che a vario titolo si sono, diciamo, interessati della figlia. Sulla sua persona sono state formulate espressioni offensive, infamanti e diffamatorie da parte delle assistenti sociali che non sanno chi sia, non hanno mai parlato neppure telefonicamente con il cittadino britannico. Tuttavia, il Tribunale per i minorenni di Roma ha sospeso la responsabilità genitoriale al padre della minorenne. Sulla responsabilità genitoriale la Cassazione nega la giurisdizione del giudice italiano, perché essa è devoluta, in via esclusiva, in forza dell’articolo 8, alla competenza del giudice del Regno Unito.
In Europa, l’Italia è l’unico Paese dove la repressione psichiatrica ha gemmato il fenomeno conosciuto come i “sequestri di Stato”, con una dimensione non sostenibile per una Repubblica parlamentare. I fatti di Bibbiano hanno aperto solo una finestra sull’olocausto del terzo millennio.
Questo quotidiano da anni è in prima linea per denunciare un fenomeno di vaste dimensioni e di altissimo volume di sofferenza ben occultato dall’informazione di regime che ha posto il segreto informativo sul sistema abusivo della giustizia minorile. Il divieto assoluto della divulgazione di informazioni su quarantamila bambini infoibati nelle case famiglia sottratti ai genitori biologici per eccesso di affetto, per essere alienanti e per evitare il confitto di lealtà; ventimila affidamenti senza alcuna ragione plausibile per vendere i figli degli altri agli amici degli amici e conoscenti; seicentomila figli e genitori affidati ai servizi sociali e posti agli arresti domiciliari, in attesa di funeste decisioni delle assistenti sociali, che hanno sospeso la decisione di collocare i figli nella case famiglia, una attesa angosciosa che rende la vita un inferno; un milione duecentocinquantamila tra genitori, parenti, amici espropriati; due milioni se si contabilizzano le famiglie di parenti e amici. Genitori biologici terremotati dalle decisioni dei giudici minorili, dalle relazioni delle assistenti sociali, dalle perizie delle psicologhe forensi, dall’agire minaccioso dei tutori e curatori speciali, dall’inadeguatezza degli educatori, negoziatori, un esercito di personaggi in cerca del posto fisso, che fa business sulla lacrime di piccole creature. Un uso sfrenato della psichiatria repressiva. Al centro del sistema le case famiglia e centri di accoglienza (ovviamente non tutte) con un giro di affari, di ricavi di tre miliardi di euro l’anno versati dai Comuni alle case famiglia e centri di accoglienza più l’indotto di consulenze a pagamento (due miliardi l’anno) dove i bambini sottratti vengono sistematicamente torturati ed è reciso chirurgicamente il rapporto affettivo con i genitori, violando le leggi biologiche della relazione figli-genitori scritta nel DNA di ognuno di noi.