«L’asporto serve a poco, l’apericena è difficile da organizzare, non sappiamo davvero cosa fare e che regole seguire». Così Sergio Bigiordi, titolare del Biberon Cafè, locale simbolo del quartiere San Salvario di Torino, epicentro della movida cittadina messo fuori gioco dall’emergenza Coronavirus.
«L’ultima vera serata – spiega l’imprenditore – risale all’8 marzo, ma già avevamo solo 15 persone e c’era paura. Per il futuro non penso di potere accoglierne più di 12-13, a fronte di una capienza di 40-50 persone. Questo significa incassare meno e spendere di più per garantire le distanze e sanificare periodicamente gli ambienti».
Come tanti altri commercianti, Bigiordi è in attesa del Bonus Piemonte, 2500 euro di contributo a fondo perduto stanziato dalla Regione. «Di certo quel denaro – spiega – sarebbe una boccata d’ossigeno. Così come decidere di chiudere alcune strade per consentirci di posizionare dei tavoli all’esterno e aumentare la capienza dei locali. Sto perdendo almeno cinquemila euro alla settimana e non so fino a quando potrò resistere. Siamo qui a San Salvario dal 2005, siamo stati tra i primi, ma se le cose non dovessero migliorare a breve, con gli affitti da pagare, potremmo essere costretti a chiudere».
Fonte: Agi