Oggi pomeriggio si e’ svolta anche a Firenze, come in tutti gli altri capoluoghi di regione, una manifestazione, indetta da tutte le rappresentanze sindacali degli asili pubblici e privati, nell’occasione uniti nel chiedere alle Regioni attenzione per un settore fondamentale come quello degli asili, in crisi economica, soprattutto nel caso di quelli privati, ma anche senza molte prospettive per il futuro, stante la quasi totale assenza di finanziamenti erogati, e la altrettanto totale mancanza di strategie da parte del comitato tecnico scientifico, per far fronte ai problemi di una categoria di lavoratori che si relaziona con i bambini molto piccoli che necessitano di cure ed attenzioni particolari e che certamente hanno problemi a mantenere il distanziamento richiesto. Aldila’ di queste considerazioni, le maestre d’asilo, hanno sottoposto le loro richieste, al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani, del Pd, venuto ad ascoltarle, insieme alle Consigliere del suo stesso partito, Monia Monni e Fiammetta Capirossi.
Le richieste sono inerenti, in gran parte all’erogazione di un sostegno finanziario agli asili privati che vada oltre a quello definito “poco piu’ che simbolico” messo a disposizione dal Governo, visto che la cassa integrazione, al momento e’ stata anticipata direttamente dalle aziende e sara’ garantita quindi la retribuzione delle maestre, solo fino a tutto giugno con grosse incognite quindi per la riapertura a settembre delle attivita’ didattiche per il prossimo anno col rischio di lasciare a casa migliaia di bambini, soprattutto nella fascia d’eta’ dagli 0 ai 3 anni. Il comparto solo in Toscana, conta circa 600 asili, due terzi dei quali, appunto dedicati ai bambini piu’ piccoli, con un indotto di circa 4mila dipendenti. Il Presidente Giani, ha ascoltato le richieste ed ha annunciato che la Regione, aumentera’ il proprio contributo economico alla categoria gia’ stanziato per un importo di 2,3 milioni di euro, e si fara’ garante per l’erogazione diretta agli asili dei fondi del Miur, che ad oggi, vengono, invece versati ai Comuni che spesso li trattengono per far fronte ad altre esigenze, in questo momento di crisi generalizzata. Le rappresentanze sindacali hanno apprezzato le parole del Presidente Giani, ed hanno sottolineato il fatto che la Regione Toscana, anche prima dell’emergenza Covid, ha sempre sostenuto le istanze della categoria.
Un caso a parte, che merita una riflessione economica piu’ ampia, a mio avviso, e’ rappresentato dalla realta’ di Prato. La rappresentante sindacale pratese, infatti, ha sottolineato come la comunita’ cinese locale, forse la piu’ numerosa d’Europa, in rapporto alla popolazione cittadina, si sia autoimposta una quarantena molto rigida che continua tuttora, ed e’ estesa anche ai bambini piccoli che rappresentano numeri importanti negli asili della citta’ in termini di rette d’iscrizione. La riflessione che vorrei fare riguarda il futuro di Prato, vista l’intenzione della comunita’ cinese trapelata da alcune fonti di stampa, di non riaprire buona parte delle loro attivita’ in citta’, calcolata in circa la meta’, e di ritrasferirsi in Cina. Se questo accadesse, il disastro economico a Prato, vista la forte interdipendenza economica della citta’ con la sua comunita’ cinese, potrebbe essere paragonabile a quello provocato dal crollo del turismo a Firenze. Ma questa e’ un’altra storia.
Luca Monti
Si ringrazia per le foto, il Blogger Stefano Giannattasio.