Esiste una forma di distanziamento che non è solo sociale, un distanziamento che procura uno stato di solitudine che va ben oltre quello a cui tutti quanti noi ci siamo abituati in questi giorni di quarantena. E’ il distanziamento genitoriale. E’ la storia di migliaia di minori sottratti alle famiglie, di tutta quella serie di giovani e giovanissimi che vivono nelle case famiglia, ben lontano dagli affetti e dal calore che quelle due parole, “casa” e “famiglia”, sanno rievocare.
Ed è, purtroppo, anche la storia di Jasmin, una ragazza diciassettenne che quattro mesi fa è venuta in Italia con la madre, Francesca Fiorini, per ritrovare un po’ di pace a seguito dello stupro subito nella sua città natia, Londra. Ma Roma, la città che doveva essere il punto di partenza per una nuova vita, è diventato lo scenario di nuovo incubo. La richiesta della madre di un supporto psicologico per la figlia si sarebbe trasformata, col tempo, in un susseguirsi di eventi spiacevoli: l’esplicita volontà di chi seguiva il percorso psicologico di Jasmin di trasferire la ragazza in una struttura di contenimento, il rifiuto della madre, l’intervento dei servizi sociali e la sentenza del Tribunale per i Minori che riduceva la responsabilità genitoriale della donna, il T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio), la degenza a Villa Letizia. «Tutto senza mai aver messo piede in un tribunale o parlato con un giudice» a dire della madre.
Circostanze che avrebbero portato gravi conseguenze anche sullo stato di salute psico-fisica della minore, la quale avrebbe avvisato la madre dell’assunzione di farmaci che le verrebbero somministrati nella struttura, di svenimenti vari, della comparsa di psoriasi e di dolori di stomaco che la ragazza avvertirebbe di recente. «Mia figlia piange sempre, parla e capisce poco l’italiano e hanno usato questa scusa per diagnosticarle un deficit cognitivo. Riesco a parlarle telefonicamente solo da un paio di settimane. Io rivoglio la mia bambina».
A difendere a donna il legale Carlo Priolo, sempre in prima linea quando si tratta di “sequestri di Stato”, tanto da fondare il movimento Figli d’Italia di cui il quotidiano PaeseRoma.it si fa portabandiera. L’avvocato, che da settimane ha abbracciato la causa della signora Fiorini, ha parlato chiaramente anche in questa occasione e si è mostrato pronto a querelare chiunque abbia dichiarato il falso in merito all’abbandono di Jasmin da parte della madre. «Questi devono andare tutti in galera! Li devono licenziare dalla pubblica amministrazione!» ha affermato Priolo, indignato dai comportamenti assunti dei funzionari statali.
La Fiorini ha, poi, concluso con un commovente appello: «Credo nella Repubblica italiana. Per via del Covid avete liberato tante persone, mafiosi, gente che ha ammazzato. Mia figlia è solo una vittima, ma la state trattando da carnefice. Rivoglio la mia bambina a casa, il prima possibile, prima che continuiate ad ucciderla. Perché ogni giorno che passa la state uccidendo».
Anna Catalano