Dopo la manifestazione di ieri pomeriggio, di fronte al Consolato degli USA, oggi si e’ replicato a Firenze, stavolta nella centrale Piazza Santissima Annunziata, il ricordo di George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla Polizia a Minneapolis. La manifestazione odierna, era stata organizzata dagli studenti medi ed universitari che hanno radunato in piazza circa mille persone. La manifestazione si e’ aperta e chiusa sulle note di un concerto di percussioni fatte con materiali di recupero, quali barattoli metallici di caffe’ o secchi da muratori, ma ha raggiunto l’apice con il lungo e partecipato silenzio, in ricordo di George Floyd, durante il quale i presenti in piazza si sono inginocchiati ed hanno alzato il pugno chiuso, noto simbolo di lotta sociale. Ed, infatti, la manifestazione si e’ svolta all’insegna non solo del ricordo ma anche della lotta al razzismo che non viene perpetrato solo negli USA, e solo dalle Forze dell’Ordine, ma anche in Italia, come ha sottolineato una rappresentante degli studenti, ricordando anche Idy, Samb e Diop, tre senegalesi, uccisi in due distinte azioni di violenza, a Firenze negli scorsi. Alcuni presenti ci hanno poi rilasciato delle dichiarazioni, che qui riportiamo.
Tripty, ad esempio, ci ha spiegato quello che secondo lei, e’ il significato del cartello da lei portato oggi. Secondo lei, infatti, siamo in un momento storico politico nel quale, le persone di colore vengono spesso guardate con sospetto, e sono le prime ad essere accusate di reati, salvo poi scoprire che i rei sono invece di razza bianca. Dice tuttavia che non si tratta di una lotta rivolta contro i bianchi o contro le Forze dell’Ordine, ma di rivendicazioni per una vera uguaglianza sociale.
Silvia, invece, rivendica la sua italianita’, e ricorda figure importanti della lotta al razzismo, quali Nelson Mandela, Martin Luther King e Malcom X, sottolineando l’estrema attualita’ dei loro messaggi, e delle loro battaglie sociali per l’uguaglianza fra le razze, e dicendosi stanca di vedere che ancora nel 2020, le persone vengano uccise per il colore della loro pelle, e soprattutto che vengano uccise da chi dovrebbe occuparsi della loro sicurezza, vale a dire le Forze dell’Ordine, anche se per fortuna questo non sembra accadere in Italia, ma bisogna comunque controllare che il fenomeno non sbarchi anche qui.
Luca Monti
Si ringrazia per le foto il Blogger Stefano Giannattasio