Ieri, 26 giugno, dopo gli operatori della sanità, sono scesi in piazza, a Firenze, di fronte al rettorato, in Piazza San Marco, anche gli studenti universitari, che chiedono la riapertura delle loro attività didattiche, al pari di tutte, o quasi, quelle economiche. Abbiamo intervistato Emma, una dei portavoce del Collettivo Politico Studentesco della Facoltà di Scienze Politiche, che ci ha detto che la data della manifestazione, è stata scelta, non a caso, ma in base alla presenza in sede del rettore, impegnato in una video conferenza con i membri del consiglio di rettorato.
Uno dei punti controversi, infatti, contestati dagli studenti, è proprio l’utilizzo indiscriminato della tecnologia, che, oltre a penalizzare la didattica, riduce anche lo spazio di azione fisica degli universitari, che non vengono quindi ascoltati, da qui la scelta di manifestare, appunto, ieri, sotto gli uffici del rettore per farsi ascoltare da lui. Sempre secondo la portavoce degli studenti, inoltre, la didattica a distanza crea disparità tra gli studenti a tempo pieno, e gli studenti lavoratori, e tra coloro che hanno una buona connessione, e quelli che magari abitano in zone meno coperte dal segnale. Inoltre la didattica a distanza favorisce l’idea distorta che l’università debba trasformarsi in un esamificio, sempre a discapito degli studenti lavoratori provenienti da fuori provincia, costretti ad enormi sacrifici per mantenersi agli studi e vivere in una città cara come Firenze. Un altro aspetto riguarda poi le tasse universitarie considerate, appunto, troppo alte.
Viene quindi annunciato che stante il mancato ascolto delle richieste degli studenti l’estate sarà caratterizzata da manifestazioni come quella di ieri, considerando anche che sta per partire una sorta di coordinamento nazionale degli studenti universitari allo scopo di avere, tutti insieme, maggiore visibilità ed ascolto.
Luca Monti
Si ringrazia per le foto, il Blogger Stefano Giannattasio