Drastico calo del consumo dei gelati in Italia. Nonostante l’esplosione del caldo, infatti, si stima un -20% di guadagno rispetto agli anni precedenti. Il motivo principale è la scarsissima presenza dei turisti nell’estate segnata dal coronavirus. La previsione è di Coldiretti e si riferisce all’andamento della domanda di gelato artigianale: in condizioni normali crea un fatturato di 4,2 miliardi di euro. Ma il riflesso peggiore è quello che colpisce le migliaia di lavoratori a rischio, non solo delle singole gelaterie ma di tutta la filiera produttiva.
Calo dei turisti e posti di lavori a rischio
Circa 10 milioni di turisti in meno rispetto al solito nel solo mese di giugno. L’estate è iniziata malissimo per il gelato artigianale, ma anche per la ristorazione in generale. A luglio si prevede un calo del 23% rispetto alla media delle presenze dei soli italiani, cui si deve aggiungere il mancato arrivo degli stranieri dai Paesi extra-Ue come gli Stati Uniti e il Brasile. Senza dimenticare che le frontiere con la Cina non sono chiuse, ma chi arriva da lì deve osservare un isolamento di 14 giorni.
Coldiretti sottolinea che la situazione è preoccupante per le 39 mila gelaterie italiane, in cui lavorano 74 mila persone e in cui si usano 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici.
Il ruolo fondamentale degli italiani
Il collasso totale lo eviteranno gli italiani. Secondo Coldiretti, infatti, il 94% mangia abitualmente il gelato artigianale per il gusto e la bontà delle materie prime: negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono sulla provenienza dei prodotti. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco.
Fonte: Quifinanza