Ieri 27 luglio, nel pomeriggio, in occasione del Consiglio Comunale di Firenze, si è svolto fuori da Palazzo Vecchio un presidio di supporto alla mozione che si stava discutendo, presentata dai due Consiglieri di Sinistra in Comune, Dimitrij Palagi, ed Antonella Bundu, che poi hanno annunciato, in diretta, essere stata approvata dal Consiglio.
La mozione approvata ieri, riguarda l’annosa questione dell’emergenza casa che a Firenze, non nasce a causa del virus ma ha radici antiche, ed è basata sulla presa di coscienza da parte di Palazzo Vecchio, che spesso latita in questo settore della necessità di prevenire gli sfratti, anzichè reprimerli. In buona sostanza, si tratta di trovare, in accordo con le istituzioni regionali e nazionali, nuovi strumenti normativi per impedire ex ante, le situazioni di morosità, anzichè ex post con interventi di sfratto anche con la forza pubblica che generano soltanto acredine sociale della quale non vi è alcun bisogno. Gli strumenti possono essere di vario tipo a cominciare da accordi con i proprietari, su un ribasso dei canoni di affitto, magari utilizzando la leva fiscale, con sconti sulle imposte per la casa, o, ma questo lo pensiamo noi, emettendo una sorta di Buoni del Tesoro Comunali, con un piccolo interesse annuo, da offrire ai proprietari che, fuori da organizzazioni, non sarebbero magari messi a conoscenza di questo genere di accordo, e ne sarebbero quindi tagliati fuori. A nostro, avviso, purtroppo la coperta economica in Italia, è corta, e non da oggi, quindi risulta difficile per un Comune, sia pur importante e con molti fondi stanziati a suo favore come Firenze, riuscire a soddisfare tutte le richieste sociali quindi sarebbe meglio pensare ad un’economia solidale circolare, che potrebbe rendere interessante, per i piccoli proprietari immobiliari, specialmente adesso che mancano del tutto i turisti, affittare ai fiorentini, che potrebbero così tornare nel salotto buono della città, frenandone il degrado e dandogli nuova vitalità. Altri strumenti, citati nella mozione di ieri, sono del tutto condivisibili e praticamente a costo zero per l’amministrazione comunale, quali la riapertura di molte case popolari che risultano, inspiegabilmente chiuse, e si parla di circa 700 in città, che non sono proprio poche, anzi. Ed anche l’istituzione di una sorta di registro dei beni immobili sfitti di proprietà pubblica, da poter utilizzare a fini abitativi residenziali, è senz’altro interessante, e potrebbe, forse essere lo strumento giusto per far partire il famoso sviluppo urbanistico a volume zero, proposto e sbandierato da Matteo Renzi, quando era Sindaco di Firenze e del quale poi si sono perse le tracce. A nostro avviso, infatti l’annosa questione dell’emergenza casa, non può risolversi esclusivamente con nuove costruzioni, non più ambientalmente ed economicamente sostenibili, in un tessuto sociale lacerato come quello odierno, o con le operazioni di sfratto, ma va gestita con l’assunzione di responsabilità, e la consapevolezza che i tempi sono cambiati, ed occorre trovare, ora, nuove idee e soluzioni per il futuro, altrimenti resteremo sempre quella che Sergio Marchionne, qualche anno fa definì con una battuta improvvida che scateno’ rabbiose polemiche, “una città piccola e povera”. Non per difendere a posteriori il manager della Fiat, ma crediamo che tale battuta, andasse letta come una provocazione intellettuale, ed invece di scatenare le solite polemiche, che rimangono sempre sterili avrebbe dovuto all’epoca far scattare l’orgoglio fiorentino accelerando i processi di cambiamento già da allora necessari per uscire dal letargo culturale e sociale, nel quale da troppo tempo Firenze si dibatte, e che sono la vera piccolezza e la vera povertà di questa città, chiusa nella prigione dorata del suo glorioso passato, ed incapace di progettare un futuro che non sia triste e mediocre.
Luca Monti
Si ringrazia per le foto il Blogger Stefano Giannattasio