(Fonte: Affaritaliani.it)
Serena Rinaldi, sex hard performer, nota alle cronache per le sue singolari proteste e Gabriele Paolini, recordman del disturbo televisivo, uniti da un insolito destino: quello di entrare in politica alla prima tornata elettorale utile.
Elezioni politiche in caso di fine anticipata della legislatura, oppure elezioni Comunali di Roma 2021: in una delle due schede gli elettori si troveranno due candidati insoliti per la gioia degli orfani di Cicciolina in versione deputato.
Il dato è tratto e Gabriele Paolini ha annunciato il suo impegno per il Paese indiretta sul Tg1 del mattino, quando è comparso alle spalle del giornalista Mario De Pizzo, con un cartello sul quale era mostrato il suo nuovo progetto: “Gabriele Paolini entra in politica”.
Mistero su quale elezioni, collegio o Municipio romano Paolini sceglierà per formalizzare la sua candidatura a deputato o sindaco ma per ora ha già ottenuto un effetto: le troupe dei TG nazionali e regionali hanno suonato l’allerta disturbatori e sono pronte a difendersi dal capolino di Paolini davanti alle telecamere.
Diversa invece la posizione di Serena Rinaldi. La star a luci rosse naturalizzata romana è intenzionata a candidarsi sindaco per cacciare Virginia Raggi, “indegna del suo ruolo per come tiene Roma zozza”. La giovane pugliese già “famosa” per aver minacciato di spogliarsi in Campidoglio all’epoca della cacciata di Marino da parte del Pd, dopo anni di approfondito studio della città che la ospita e soprattutto del carattere dei vizi e delle virtù dei romani, ha pensato bene di affiancare gli spettacoli live senza vesti e di cercare di coprirsi con la fascia da sindaco. Volontà tanta, idee piò o meno, annuncia di essere “più capace della Raggi a tenere pulita Roma”. E poi sorride, blaterando qualcosa in sleng foggiano ancora non inquinato dal romanesco, e col sorriso di chi viene dal sud e atterra nella Capitale.
Riusciranno i nostri eroi? Primo risultato: pubblicità gratis che non si nega quasi a nessuno. Soprattutto a chi vuole impegnarsi per la Patria.
Alessandro Ungaro