“Premetto che la cascata di eventi biologici che sinteticamente andrò a descrivere, s’inserisce in un più generale quadro di reazioni immunitarie, infiammatorie e
pro-ossidative che sono comuni in generale a tutti i vaccini.
Quelli anti SARS-Cov-2 (Astrazeneka, Pfizer, Moderna, ecc.), sebbene basati su biotecnologie diverse, contengono in particolare le sequenze geniche codificanti per la proteina spike del virus in questione. Il meccanismo principale che può portare a fenomeni tromboembolici sembra derivare dagli eventi a cascata innescati dal legame della proteina spike col recettore-enzima ACE2, eventi in cui un ruolo importante lo gioca l’Angiotensina II: ormone peptidico (piccola proteina); è bene quindi preliminarmente delucidare la sua attività biologica e farmacologica:
L’Angiotensina II è deputata fisiologicamente al controllo pressorio (azione ipertensiva), ma possiede anche spiccate proprietà pro-trombotiche;
Il legame tra la proteina spike e il recettore-enzima ACE2 determina una diminuita espressione di questo e quindi una caduta del livello della sua attività enzimatica di metabolizzazione dell’angiotensina II.
Poiché a seguito di ciò salgono i livelli sierici di angiotensina II, l’equilibrio fisiologico si sposta verso fenomeni infiammatori, ossidativi e tromboembolici. La gravità delle conseguenze dipende ovviamente dalla sede dell’occlusione che si determina (venosa o arteriosa; periferica, cardiaca o cerebrale, ecc.).
In alcuni casi si può verificare una coagulazione intravascolare disseminata (CID), con formazione di microtrombi al livello dei piccoli vasi disseminati in tutto l’organismo, con la conseguente potenziale interruzione del normale flusso ematico e quindi con il danneggiamento di organi come i reni, i polmoni e il fegato.
In caso di CID, parallelamente, si possono avere emorragie cerebrali a causa del sequestro di piastrine e fattori di coagulazione nei microtrombi disseminati.
Ora che abbiamo illustrato i meccanismi eziopatogenetici tramite cui il vaccino Astrazeneka (ma anche Pfizer e gli altri produttivi di proteina spike) può determinare i fenomeni tromboembolici, CID ed emorragie cerebrali che ci riconducono ai parecchi decessi registrati dall’inizio della campagna vaccinale, dobbiamo chiederci: perché AIFA e i soliti esperti si sono affrettati a dichiarare che non c’era alcuna correlazione tra i decessi e le vaccinazioni effettuata breve tempo prima?
La smentita di tante frettolose rassicurazioni sembra ora arrivare, almeno in linea di principio, dalla stessa Agenzia Europea del Farmaco (EMA), la quale investita della ri-valutazione della sicurezza del vaccino Astrazeneka, ha deciso di far aggiungere sulla scheda tecnica del medicinale il rischio di una combinazione di trombosi e trombocitopenia: “(…) Ciò comprende casi gravi che si presentano come trombosi venosa, inclusi siti insoliti come trombosi del seno venoso cerebrale, trombosi della vena mesenterica e trombosi arteriosa, in concomitanza con trombocitopenia.
La maggior parte di questi casi si è verificata entro i primi sette-quattordici giorni dopo la vaccinazione e si è verificato in donne di età inferiore a 55 anni, tuttavia questo può riflettere l’aumento dell’uso del vaccino in questa popolazione. Alcuni casi hanno avuto esito fatale.
Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e / o trombocitopenia. I vaccinati devono essere istruiti a rivolgersi immediatamente a un medico se sviluppano sintomi come mancanza di respiro, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque abbia sintomi neurologici inclusi gravi o mal di testa persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione o che manifesta lividi sulla pelle (petecchie) oltre il sito di vaccinazione dopo pochi giorni, consultare immediatamente un medico.”
Se queste avvertenze le avessero scritte prima e doverosamente comunicate ai cittadini (invece o quantomeno in aggiunta, della quotidiana dose di terrorismo mediatico sui morti da Covid), forse quelle persone decedute dopo essere andate fiduciose a sottoporsi alla vaccinazione sarebbero ancora vive, per la gioia dei loro familiari e di sé stesse”. Lo dichiara in una nota stampa il dottor Franco Trinca, biologo.
Arianna Calandra