(fonte: Affaritaliani)
Molti ricorderanno che alcuni ristoratori, esausti dai lunghi periodi di stop AND go alle loro attività per il contenimento del Covid hanno deciso di infrangere la legge e tenere aperti i loro locali, in barba alle regole che imponevano la loro chiusura. Chiaramente ristoratori e clienti sono stati prontamente multati per il loro gesto.
Il movimento #IoApro nato a Gennaio scorso spontaneamente per opera di alcuni ristoratori dislocati in mezza Italia, rappresentava una forma di protesta estrema per denunciare una situazione diventata insostenibile per le migliaia di operatori del settore ristorazione, che hanno visto i loro fatturati crollare nell’anno della pandemia.
Ebbene nei giorni scorsi una sentenza della Corte di Cassazione ha confermato quanto sostenuto dal collegio di difesa della associazione, affermando come di fronte alla disattenzione di un Dpcm il penale non possa sussistere. “Aprite, non abbiate più remore”. Sono state le parole dell’ormai conosciutissimo Momi, titolare del ristorante Tito a Firenze e uno dei quattro fondatori di #IoApro.
“Abbiamo ricevuto questa notizia meravigliosa. ha detto alla gazzetta di Lucca il ristoratore-. Cercheremo di far arrivare la notizia alle orecchie di quante più persone possibili perché è arrivato davvero il momento di dire basta. Basta alle chiusure, basta alla paura”.
Le saracinesche delle imprese dunque potrebbero rialzarsi: “Il legislatore ha sottratto le violazioni della normativa anti covid al campo del diritto penale, in particolare sancendo espressamente la non applicabilità dell’articolo 650 – si legge nel provvedimento del Pm – Il che se da un lato appare giustificabile per verosimili ragioni di pace sociale, dall’altro inibisce all’autorità pubblica la possibilità di reprimere il protrarsi di condotte illecite con strumenti più incisivi”.
Resta aperta la questione delle sanzioni che, stando alle parole di Momi “Dovrebbero essere illegittime anche quelle, ma al momento nessuno si è ancora esposto su questo dettaglio. Ci sono moltissime persone che non hanno riaperto proprio per paura delle ripercussioni penali, noi siamo qui per dirgli di non averne più, di riaprire tutti insieme”.
A conferma delle parole dei rappresentanti di #IoApro, il loro legale Lorenzo Nannelli che ha commentato la sentenza, spiegando che “Nessun titolare d’azienda può essere punito penalmente se apre, mentre le multe, come recentemente statuito dal tribunale di Reggio Emilia sono illegittime. L’iniziativa è lecita sotto tutti i profili”.
Una battaglia, quella del movimento, che va avanti da mesi. Non parole, ma azioni. L’ultima proprio in concomitanza al Festival sanremese. L’avevano annunciato e l’hanno fatto: “Siamo andati di fronte al teatro Ariston con le maschere de La Casa di Carta. Non per creare disordine, ma per far valere i nostri diritti – conclude Momi – Sono stati cinque giorni intensi, abbiamo trovato collaborazione da parte di tutti anche se poi in sostanza non è cambiato niente. Questo ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma non ci ha tolto la forza di combattere. La gente è sfinita, ha bisogno di ossigeno”. Questa decisione della cassazione potrebbe aprire un precedente e aprire un nuovo fronte anche all’interno del governo tra chi come la Lega è per una linea più morbida verso le restrizioni e chi come il PD e Leu è per le chiusure. Insomma una nuova piccola grana per il governo Draghi alle prese con la delicata questione dei vaccini Astrazeneca. A pochi giorni dal ripristino della zona rosse per mezza Italia, molti potrebbero infatti essere tentati, per disperazione, ad infrangere la legge ed aprire le loro attività in barba ai decreti del governo.
Articolo di Vincenzo Caccioppoli.