L’Associazione Luca Coscioni questa mattina ha depositato in Cassazione il quesito del referendum per rendere legale l’eutanasia in Italia. Erano presenti, tra gli altri, Marco Cappato, l’avvocato Filomena Gallo, Mina Welby, Marco Perduca e Rocco Berardo, insieme a rappresentanti del Comitato promotore (tra cui i Radicali Italiani, il Partito Socialista Italiano, +Europa e Possibile) e ai familiari di chi ha vissuto da vicino il dramma del divieto sulle scelte di fine vita. Si tratta di un referendum parzialmente abrogativo dell’articolo 579 del Codice penale, sul cosiddetto omicidio del consenziente, l’unica fattispecie che nel nostro ordinamento assume un ruolo centrale nell’ambito delle scelte di fine vita, dal momento che non esiste una disciplina penale che proibisca in maniera espressa l’eutanasia. “È arrivato il momento di fare decidere i cittadini su un tema che i politici si sono rifiutati di affrontare – ha dichiarato Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni -, se non si interviene adesso il problema sarà spazzato sotto il tappeto ancora per molti anni”.
IL TESTO DEL QUESITO
L’eutanasia attiva è vietata sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (articolo 579 del Codice penale – Omicidio del consenziente), sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (articolo 580 del Codice penale – Istigazione e aiuto al suicidio), fatte salve le scriminanti introdotte dalla Consulta con la Sentenza Cappato. Con il referendum parzialmente abrogativo dell’articolo 579 dunque si andrebbe da un lato a distinguere l’aiuto al suicidio, e dall’altro a depenalizzare l’eutanasia, attualmente vietata dalla fattispecie di omicidio del consenziente. Il quesito referendario depositato in Cassazione è il seguente: “Volete voi che sia abrogato l’art. 579, comma 1 del codice penale (omicidio del consenziente) approvato con R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398, limitatamente alle seguenti parole ‘la reclusione da sei a quindici anni’, comma 2 dell’articolo integralmente, comma 3 dell’articolo limitatamente alle parole ‘Si applicano’?”.
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RADICALI: “A LUGLIO PARTE LA RACCOLTA FIRME, OBIETTIVO 500MILA”
“Purtroppo è dal 2013, data in cui abbiamo depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, che attendiamo una risposta dal Parlamento”. Lo dichiarano Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani al termine dell’iniziativa a cui hanno partecipato anche attivisti come Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo. “In questi anni l’immobilismo del Parlamento – continuano – è stato tale che neanche i richiami della Corte costituzionale e il processo Cappato-Dj Fabo lo hanno scalfito. Proprio per questo abbiamo deciso di venire qui in Corte di Cassazione per dare il via al referendum sull’eutanasia. Da luglio parte la raccolta firme. Entro settembre contiamo di raggiungere quota 500mila, un numero che permetterà agli elettori l’anno seguente di votare democraticamente sì o no all’eutanasia legale nel nostro Paese”.
BRESCIA: “PIENO APPOGGIO DEL M5S”
“Un’iniziativa importante che il MoVimento 5 stelle appoggia in pieno perché ha il referendum nel suo dna, ma che può essere anche utile a sbloccare la situazione”. Lo dice, in un video con l’Agenzia Dire, Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera. “Come sappiamo – spiega l’esponente del M5s – la Corte Costituzionale ha chiesto al Parlamento di decidere sul tema, dando un anno di tempo. Quest’anno è passato, si sono fatte le audizioni, e per questo ringrazio i colleghi delle commissioni Giustizia e Affari sociali Mario Perantoni e Marialucia Lorefice per il lavoro svolto. Ci sono tantissime proposte di legge depositate da parte di tutti i partiti. C’è anche una proposta del MoVimento 5 stelle a prima firma Gilda Sportiello. È arrivato il momento di decidere su un tema molto sentito dagli italiani”. E lo stesso Perantoni, presidente della Commissione Giustizia della Camera, ha commentato il deposito del quesito referendario: “Farò quanto in mio potere per dare seguito all’iter delle proposte sul fine vita, da troppo tempo in attesa di una soluzione. Purtroppo la politica fino a questo momento è stata profondamente divisa e ad oggi non è stata capace di trovare una sintesi che dia risposte alle sacrosante richieste della società”.
PSI: “NOI SEMPRE DALLA PARTE DEI DIRITTI”
Nel programma dei lavori dell’Assemblea di Montecitorio è stata inserita, per il mese di giugno, la proposta di legge di iniziativa popolare, con le abbinate proposte dei gruppi parlamentari, dal titolo “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”. Tra i promotori del deposito del referendum anche il Psi. “È necessario intervenire su una materia che regola il diritto all’autodeterminazione. I socialisti saranno sempre dalla parte dei diritti, a difesa delle libertà individuali”. Così su Facebook il segretario del Partito socialista, Enzo Maraio.
(fonte Agenzia DIRE)