Roma, 17 giugno – Un nutrito gruppo di persone ha partecipato al presidio indetto da CasaPound Italia di fronte all’ambasciata del Sudan, per chiedere l’immediata liberazione e il rientro in patria di Marco Zennaro, attualmente ai domiciliari in attesa di processo. Oltre a quella di Roma, nel pomeriggio si terrà un’altra manifestazione a Milano di fronte al Consolato del Sudan.
“È una situazione paradossale che vede ancora una volta coinvolto un nostro concittadino senza che il Governo Italiano sia in grado di adottare una linea di intervento chiara e decisa – afferma un portavoce di CasaPound – Le dichiarazioni della Farnesina sono vergognose ed è imbarazzante che sia stato un rappresentante del governo sudanese, Mohamed Salih Yassin, a spendersi in prima persona per Marco, e non il ministero degli interni. Per quanto la situazione sia migliorata, Zennaro deve ancora affrontare un processo che rischia di essere una farsa col finale già scritto. È ignobile non averlo riportato già a casa, tanto più di fronte ad accuse che non hanno nessun tipo di fondamento. Continueremo a manifestare finché Marco non sarà di nuovo a casa. Già oggi, dopo Roma, ci sarà un’altra manifestazione a Milano di fronte al consolato sudanese: Marco va riportato a casa. Ad ogni costo.”
Novecentomila euro che il padre dell’imprenditore italiano ha dovuto portare in Sudan brevi manu sembrano più un riscatto che una cauzione. Condizioni di vita al limite nelle carceri sudanesi dove Marco Zennaro è stato detenuto per due mesi, in una cella senza tetto sotto il sole a 50 gradi.E l’Italia grazie ai suoi rappresentanti ancora una volta dimostra di non contare nulla mentre altri paesi europei avrebbero già fatto fuoco e fiamme e riportato a casa il loro cittadino.
Francesca Romana Cristicini