Roma, 31 luglio – “Verità per De Donno”, questo il testo dello striscione esposto durante il blitz che ha visto una cinquantina di militanti di CasaPound recarsi in via del Tritone, sotto la sede dell’Aifa, che insieme all’ISS aveva scartato superficialmente il protocollo di De Donno, per ricordare proprio l’ex primario di pneumologia dell’ospedale di Mantova trovato senza vita nella sua casa.
“De Donno – ha spiegato al megafono durante il blitz Luca Marsella, tra i leader di Cpi e consigliere municipale a Roma – è stato uno dei principali fautori della cura con plasma iperimmune ma, nonostante i risultati positivi, si è dovuto scontrare con una vera e propria campagna denigratoria. Lo stop alla ricerca sul plasma iperimmune è sicuramente stato un duro colpo per De Donno, un dolore difficile da superare, soprattutto, da medico e uomo di scienza, devi scontrarti con affarismo e speculazione. È in questo senso che noi oggi chiediamo verità: la morte di De Donno ha dei responsabili e dei mandanti chiari. È stato deriso, umiliato, emarginato, pur continuando a mettersi al servizio dei suoi pazienti, al contrario dei virologi da talk show, troppo impegnati a fare gli influencer. La decisione tutta politica di criminalizzare ogni cura alternativa ci è costata migliaia di morti ed è costata credibilità a un sistema sanitario già fortemente penalizzato. Non esiste alcuna motivazione razionale per spendere miliardi di euro nel vaccino e non fare allo stesso tempo investimenti analoghi nel trattamento della malattia”.
CasaPound è oggi presente anche in molte piazze in tutta Italia, senza bandiere, contro il Green Pass.