ROMA 12 ottobre – Nel pomeriggio di martedì 12 ottobre le mamme coraggio alle quali sono stati allontanati i propri figli nella totale violazione delle normative, assieme all’associazione Verità Altre, Maison Antigone, Comitato madri unite contro la violenza istituzionale, si sono nuovamente riunite in un sit in a Montecitorio.
Erano presenti genitori, avvocati, nonni e cittadini per chiedere ad ogni forza politica di unirsi a loro per chiedere un urgente decreto legge al Governo. Mamma Giada Giunti, allontanata dal figlio 5 anni fa con l’accusa di essere simbiotica, ha inviato anche una email a tutta la Commissione d’Inchiesta su affidi e case famiglia per chiedere interventi urgenti, decisivi e la richiesta di decreto legge.
Le associazioni ed i presenti al sit-in ringraziano i politici che si sono uniti alla loro richiesta del
rispetto dei diritti e si sono impegnati con fatti concreti.
Un ringraziamento anche alla senatrice Cinzia Leone, vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio nonchè ogni forma di violenza di genere per il lavoro svolto e che sta svolgendo per mamme e bambini. La vicepresidente è stata al fianco delle mamme anche in occasione del sit-in al Ministero della Giustizia. Il link.
Ed ancora le mamme e le associazioni presenti ringraziano per il loro lavoro quotidiano e professionale, nonché per essere intervenute le parlamentari Veronica Giannone (FI) e Stefania Ascari (M5S), membri della commissione giustizia e della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori.
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“Non c’è più tempo per i nostri figli. A maggior ragione chiediamo un decreto legge urgente, attesa anche la recente risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre scorso “sull’impatto della violenza da parte del partner e dei diritti di affidamento su donne e bambini”, sottolinea la mamma Giada che ne legge alcuni estratti.
La richiesta di decreto legge nasce dalle oggettiva realtà secondo cui verrebbero violate le normative nazionali, sovranazionali, le sentenze della Corte di Cassazione, le convenzioni europee, in molte decisioni di allontanamenti dei figli soprattutto dalle mamme già vittime di violenza domestica.
Ribadiscono le donne presenti “di non poter più attendere i tempi delle nuove normative ed emendamenti, atteso che i figli stanno crescendo senza la mamma, in strutture, affidati a persone estranee o a padri violenti, persino se condannati o pluricondannati”. Serve un decreto legge urgente, urgentissimo, “oggi, non domani, perché domani è già troppo tardi” sottolinea mamma Giada.
Il link della lettera di alcuni estratti della risoluzione del parlamento europeo.
Giada Giunti, allontanata dal figlio 5 anni fa con l’accusa di essere “simbiotica”, sottolinea che “a maggior ragione chiediamo un decreto legge urgente, attesa anche la risoluzione del 6 ottobre del Parlamento europeo che mette punti verdi sulla violenza sulle donne e soprattutto bambini. Infatti mamma Giada elenca una serie di punti della risoluzione sulla violenza dei partner che non viene presa in considerazione all’interno dei tribunali italiani, soprattutto nei cadi di affido. Infatti, proprio a mamma Giada è stato allontanato il figlio ed affidato al padre diagnosticato dalle stesse CTU nominate dai giudici come violento ed aggressivo, con disturbi del pensiero e della personalità. Neppure in ambito penale, sottolinea Giada Giunti è riuscita ad ottenere giustizia; ha più volte denunciato anche in codice rosso, ma ad oggi non si sa nulla di quelle denunce. Anche quando ha avuto il coraggio di denunciare l’aggressione che ha ricevuto davanti al figlio terrorizzato, e si è trovata addirittura imputata per calunnia. Mamma Giada leggendo la risoluzione del Parlamento europeo cita la violenza economica, alla violenza assistita, la violenza vicaria.
“Trascurare tale violenza porta a conseguenze disastrose per le donne e i bambini, che possono aggravarsi e sfociare in femminicidio e/o infanticidio”, avverte il Parlamento europeo. Condanna l’uso, l’affermazione e l’accettazione di teorie e concetti non scientifici nei casi di affidamento che puniscono le madri che tentano di denunciare casi di abuso di minori o violenza di genere impedendo loro di ottenere l’affidamento o limitandone i diritti genitoriali; sottolinea che la cosiddetta “sindrome da alienazione parentale” e concetti e termini analoghi, operano a scapito delle donne vittime di violenza domestica, colpevolizzando le madri”.
Si sofferma il Parlamento europeo che “ ignorando la testimonianza del bambino e i rischi di violenza cui sono esposti i figli pregiudicano i diritti e la sicurezza della madre e dei bambini e può portare a conseguenze disastrose”.
Ed infatti esorta il Parlamento “ a non riconoscere la sindrome di alienazione parentale nella loro prassi giudiziaria e nel loro diritto e a scoraggiarne o addirittura proibirne l’uso nei procedimenti giudiziari, in particolare durante le indagini per accertare l’esistenza della violenza”.
Infatti, il Parlamento Europeo “invita gli Stati membri a rispettare a individuare una violenza sulle donne soprattutto sui bambini ed infatti ha riscontrato che all’interno dei tribunali la violenza non viene presa in considerazione, non viene ascoltato il bambino sulla violenza sulla violenza, violenza assistita”.
Precisa mamma Giada che il Parlamento europeo chiede che bisogna tenere in primaria considerazione quando racconta il bambino.
“Siamo vittime anche di violenza economica “perché ci hanno tolto “ tutti i nostri averi” e conclude mamma Giada sulla violenza istituzionale “quando noi donne abbiamo il coraggio di denunciare vediamo catapultate in un inferno della violenza dei nostri ex mariti, ex compagni, ma ancora di più della violenza istituzionale”.
Il Parlamento europeo rappresenta che “spesso le vittime incontrano difficoltà nell’ottenere giustizia a causa della mancanza di informazioni e di un sostegno e una protezione insufficienti; che le vittime spesso devono affrontare una vittimizzazione secondaria durante il procedimento penale e in caso di richiesta di risarcimento; che vi sono diversi casi in cui i funzionari delle autorità di contrasto e dei sistemi giudiziari non sono in grado di fornire un sostegno sufficiente alle donne e ai minori vittime di violenza domestica e che le vittime di violenza di genere hanno persino subito un comportamento negligente o osservazioni inappropriate quando hanno denunciato la violenza”.
Conclude mamma Giada chiedendo di ascoltare le volontà di suo figlio che chiede di tornare da lei, di ascoltare tutti i bambini che chiedono semplicemente di restare a vivere con le proprie mamme dalle quali si sentono amati e protetti, chiede di guardare le lacrime di questi bambini, di ascoltare i loro silenzi, di non rimanere inerti di fronte alle urla di quei bambini che vengono strappati in maniera violenta dall’amore delle proprie mamme.
Michela Nacca, presidente Maison Antigone, che assieme all’avvocato Priolo ha scritto e divulgato la richiesta di decreto legge con l’elenco di alcuni punti specifici chiede “che i presidenti dei tribunali e delle Corti di Appello si uniformino a quella che è la giurisprudenza prevalente della Cassazione, basta ablazioni da madri protettive che denunciano violenze, da madri che vogliono soltanto proteggere i loro figli”. Sono madri adeguate, fa presente la Nacca e sottolineando che non è possibile ritenerle “inadeguate in base a una scienza spazzatura da decenni condannata dalla comunità internazionale scientifica accademica”. Chiede che “vengano revocate quelle già attuate o quelle già disposte ancora non attuate”, come pure che “emergano i dati, i dati su quelli che sono i numeri delle denunce ogni anno, gli abusi sessuali incestuosi sui minori e quante sono le condanne”.
Conclude la Nacca da Montecitorio “ vogliamo sapere quante sono le denunce per violenza domestica e quante di queste approdano a condanna; solo in questo modo avremo la conferma la distorsione sistematica che sta avvenendo nei tribunali italiani”. Infatti, non vengono forniti dati certi da anni. Solo l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha fornito il dato totale dei 23 allontanamenti al giorno.
Nonna Simonetta, la mamma di laura M. “sono quattro mesi che siamo chiusi in casa per un decreto di allontanamento del bambino, decreto che è basato praticamente sulla base della alienazione parentale”. Anche Simonetta è in piazza per chiedere un decreto legge urgente, sottolineando che dalla Commissione femminicidio al Senato sono stati accertati casi di allontanamento dovuti a distensioni nella applicazione delle leggi, nette violazioni.
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Francesca Romana Cristicini