Mentre alcuni lavoratori portuali assieme ai manifestanti stanno liberando e pulendo la postazione di presidio davanti al varco 4 del porto di Trieste, da dove da venerdì mattina hanno tenuto conferenze stampa e offerto cibo e bevande a chi partecipava alla protesta “no Green pass”, è cominciato lo sgombero dei manifestanti che ancora stazionano. In azione gli idranti. Un cordone di lavoratori costituisce un cordone tra polizia e manifestanti.
Alcuni mezzi della polizia sono giunti al presidio davanti al Varco 4 dall’interno del Porto. I manifestanti li attendevano seduti dall’altro lato del Varco lungo la strada seduti a terra intonando “La gente come noi non molla mai” e “Libertà”. I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa, un funzionario li ha più volte invitati a disperdersi “in nome della legge” poi sono stati azionati gli idranti.
La linea dei sindacati – Al di là delle divergenze organizzative su come gestire la protesta, pare comunque essere stato ascoltato l’appello dei sindacati. “Liberate il porto”, le legittime manifestazioni di dissenso “devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro”,avevano affermato Cgil, Cisl e Uil.
“Quelle persone che hanno dimostrato solidarietà a quei lavoratori portuali in presidio facciano un passo in avanti e liberino il porto e quei lavoratori da un peso e una responsabilità che non hanno. Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza”.
Un cordone di lavoratori tra Ps e manifestanti I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, hanno costituito un cordone tra polizia e no Green pass per evitare appunto contatti tra le forze dell’ordine e i manifestanti e garantire dunque anche l’incolumità di tutti. La polizia continua progressivamente ad avanzare e gli altri ad arretrare senza però prove di forza da alcuna delle due parti.
Fonte:Ansa