Le associazioni Comitato Madri unite contro la violenza istituzionale (Laura Massaro), Verità Altre (Giada Giunti), Maison Antigone (presidente avv. Michela Nacca, vice presidente Simona d’Aquilio), progetto Medusa (dr.ssa Bruna Rucci) comunicano che in data 25 novembre dalle 14:00 alle 18:30, saranno presenti presso il Ministero della giustizia (in piazza Cairoli) per un sit-in volto a richiedere al ministro della Giustizia, prof. Marta Cartabia e a tutte le Istituzioni, protezione dalle violenze domestiche e violenza istituzionale, come pure un decreto legge o atto ministeriale e dirimente per riportare a casa i figli allontanati sulla base di costrutti ascientifici quale la PAS e simili.
Sono anni ed anni che si analizza il fenomeno della violenza di genere, nominate commissioni d’inchiesta, nuove leggi, ma ancora oggi assistiamo a stragi, una donna morta ogni due giorni, infanticidi, sequestri dei bambini con modalità violente alle mamme accusate di sindrome di alienazione parentale o costrutti ascientifici simili.
Dopo anni di studi sul fenomeno, le mamme e le associazioni continuano a sentir parlare di “mancanza di formazione”, che “non leggono la violenza”, sicuramente necessarie, ma non dirimenti per impedire ulteriori decessi e maltrattamenti su donne e soprattutto bambini. Le associazioni e le mamme conoscono bene il fenomeno perché lo vivono, lo subisco per anni ed anni, durante tutta la adolescenza dei propri figli, a volte fino al compimento del diciottesimo anno di età; un inferno che compromette l’intera esistenza di mamme e soprattutto innocenti bambini.
La violenza che subiscono all’interno dei tribunali è una violenza ben consapevole, ben strutturata, nella totale violazione delle normative nazionale, sovranazionali, le sentenze della Suprema Corte di cassazione, le convenzioni europee (soprattutto Istanbul), e non ultimo la risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre scorso.
Le mamme e le associazioni ringraziano la ministra della giustizia, la prof.ssa Marta Cartabia, per aver risposto alle integerrime question time (3 novembre) delle due onorevoli Rossella Muroni e Veronica Giannone (“volte ad escludere il riconoscimento della cosiddetta alienazione parentale ed altre patologie cliniche non riconosciute dalla comunità scientifica nei procedimenti di affido di minori e misure per la tutela delle donne e dei minori coinvolti in episodi di violenza domestica”), dichiarando la ascientificità della alienazione parentale, che “questa sindrome di alienazione parentale, viene così frequentemente utilizzata in sede giudiziaria per allontanare minori dai genitori, più spesso dalla madre”. E’ stato, quindi, accertato che ci troviamo di fronte ad una violenza domestica ed una violenza istituzionale”. Ora tocca dare effettività a queste nuove indicazioni.
Le associazioni e le mamme nella data della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e bambini hanno organizzato una staffetta per tutta l’intera giornata sulle pagine facebook, nelle quali mamme, avvocati, istituzioni, parlamentari potranno fornire la propria testimonianza, ma soprattutto chiedere interventi urgenti e non commemorare ancora femminicidi, infanticidi e per raccontarci che bisogna “fare qualcosa”.
La Suprema Corte di Cassazione con numerose sentenze già dal 2013, la recente requisitoria della dottoressa Francesca Ceroni (15 marzo 2021 e del 17 novembre 2021), la sentenza della stessa Corte del 17 maggio scorso, il Ministero della salute, la comunità scientifica ed ora anche la ministra Cartabia hanno affermato che la Pas e simili costrutti è ascientifica e non deve essere utilizzata nei tribunali per allontanare mamme e figli.
Le mamme chiedono protezioni vere, concrete ed urgenti, non servono solo “scarpette rosse, panchine e giornate commemorative” per salvare vite, serve imporre il rispetto delle normative, cosa che molto spesso, quasi sempre non avviene nei tribunali. Una delle prove è che quasi tutte le donne che sono morte avevano denunciato. Quindi, o sono morte o dopo la denuncia vengono sospese e revocare della responsabilità (denunce strumentali, di pregiudizio, stalking giudiziario), allontanate in maniera violenza dai propri figli, subiscono ulteriore violenza istituzionale, un inferno dal quale difficilmente si esce, queste si chiamano torture, dichiarano le mamme. Figli che vengono affidati a padri dei quali sono terrorizzati, uomini condannati anche in Cassazione. Ed allora, cosa c’entra la formazione? Una norma è scritta in italiano e si dovrebbe saper leggere!
Avvocati che lavorano in maniera professionale e con quella sensibilità che li distingue che si vedono rigettati atti pieni di documentazione probante, in violazione delle normative. Tutto questo deve finire subito, senza ritardo.
Oltre alle mamme ed agli avvocati, come pure semplici cittadini è il Parlamento europeo con la risoluzione del 6 ottobre a chiedere agli Stati membri di proteggere concretamente donne e bambini e di non utilizzare la PAS e costrutti ascientifici nei provvedimenti di affido.
Concludono il comunicato chiedendo con la massima urgenza un decreto legge o atto ministeriale per bloccare ulteriori prelievi coatti, il ritorno a casa dei figli allontanati sulla base di costrutti ascientifici ed in violazione delle normative, un risarcimento danni anche per la perdita di ingenti somme e proprietà per difendersi dalla violenza istituzionale.
Se si continua a parlare di mancanza di formazione e che “non leggono la violenza” e non ci si sofferma che il problema è la consapevole violazione delle normative, la volontà di maltrattare mamme e figli, un modus operandi ben preciso, non si debellerà mai il dramma del secolo, femminicidi e allontanamenti coatti.
Francesca Romana Cristicini