“Sono le 5.50 del mattino e la nostra autista Monia sta raggiungendo il capolinea di via Marmorale alla guida della linea 86. Il bus è vuoto. All’ultima curva gli si para davanti un bambino. È in mezzo alla strada, in pigiama e piange smarrito. Chiede aiuto. Monia arresta il mezzo, scende di corsa e lo prende in braccio. È bagnato e infreddolito. Vuole la sua mamma. La nostra autista lo tranquillizza, lo porta a bordo e lo fa sedere sul cruscotto. Gli asciuga i piedini scalzi con l’aria calda del mezzo, lo copre con la sua giacca. Il bimbo si calma, ma ancora non riesce a spiegare come sia finito lì in strada. Dice di avere 5 anni e indica una via. Per distrarlo, avanza di qualche metro con il bus, sul quale il piccolo non era mai salito: è curioso di capire a cosa servano tutti quei bottoni e quelle lucette. Passano pochi minuti, arrivano le forze dell’ordine e anche la mamma e la nonna del bambino. È bastato un attimo e lui, appena sveglio, ha aperto la porta ed è sceso in strada”, questa la nota dell’ATAC dove si raccontano i fatti.
“Lo avrei portato a casa con me,amo i bambini e vedere quello scricciolo piangere, al buio e infreddolito è stata una stretta al cuore. Era il minimo che potessi fare”, queste le prime parole di Monia, autista della linea 86 che, durante il suo turno di lavoro, si è imbattuta nel piccolo uscito di casa all’insaputa dei genitori nelle prime ora del giorno.
Nonostante lo spavento iniziale, fortunatamente, la vicenda si è conclusa con un lieto fine.
ALESSANDRO UNGARO