Ai funerali del compianto Presidente del Parlamento europeo, al quale dedico una preghiera, Davide Sassoli del partito democratico, ha partecipato il mondo intero: parenti, amici, compagni di partito, colleghi, avversari, semplici conoscenti e tutto quel variegato universo umano che è sempre presente alle cerimonie funebri e non.
Pochi giorni prima un figlio di sette anni è stato assassinato dal padre con una coltellata alla carotide per recare un dolore mortale alla donna che dice di aver amato veramente. L’amore non più corrisposto verso una donna provoca la morte di un figlio decapitato dal padre. Il piccolo non è morto per una malattia, a causa dei venti di guerra, a seguito di un incidente, un evento fortuito, è morto pugnalato da padre. Le cronache non hanno dato risalto alla notizia, salvo riportare ributtanti polemiche tra magistrati nel penoso e repellente tentativo di esimersi da responsabilità, confermando il costante rituale di sottrarsi alle loro evidenti ed inescusabili responsabilità.
Parimenti, ascolto gli italiani che si sottopongono alla terza dose del vaccino affermare che lo fanno per “senso civico”. Non appare si tratti di senso civico altrimenti di fronte alla morte di questo “bambino dimenticato” i cultori del “senso civico” avrebbero dovuto proclamare la rivoluzione, come quella francese, con un ritardo di 333 anni, così da diventare “cittadini” socialmente adulti e poter vantare di un minimo di dignità personale e di onore patriottico indipendentemente dai principi e valori della Costituzione ripetutamente calpestati.
Le cronache del bavaglio di Stato non narrano l’origine della strage degli innocenti iniziata nel 1977 con la fondazione del Forteto, un nuovo campo di concentramento, fatto cooperativa, per cancellare la famiglia tradizionale fonte di diseguaglianze e di pregiudizi, incapace di crescere i figli nel senso di una democrazia partecipata per la libertà da ogni vincolo e pregiudizio. La notte dei lunghi coltelli che ha crocifisso bambine e bambini rovesciati nelle fosse comuni dopo anni di martiri nelle case dell’orrore e negli istituti dell’accoglienza coatta non trova ascolto nelle redazioni dei giornali e quei pochi sopravvissuti giunti all’età maggiorenne normalmente si suicidano o vivono un eterno dolore nel ricordo del deserto di una infanzia infelice.
Le cronache, invece, ci informano che l’Italia è diventata la locomotiva dell’Europa sembra sul piano economico, mentre occultano che l’Italia è la locomotiva della morte perché consente l’esecuzione a morte dei suoi figli migliori, i bambini.
Al piccolo decapitato dallo Stato tiranno per mano del padre spettano i funerali di Stato e la dichiarazione del lutto nazionale per una settimana. Dopo aver pagato con la vita per essere un bambino, un figlio d’Italia, un figlio del Mondo, è stato gettato nella discarica del dimenticatoio.
Dei giovani intervistati al funerale di Sassoli hanno affermato con sentito orgoglio che erano lì perché ha combattuto contro il fascismo, un vero antifascista. Non sono titolato per esprimere giudizi su questo versante sul Presidente del Parlamento europeo, al quale come detto dedico una preghiera, ma non mi pare di averlo incontrato quando mio padre ed io abbiamo partecipato alla Resistenza e contribuito a fondate la Repubblica dove ieri come oggi gli adulti e i bambini si nutrano con la nutella.
In verità vi dico che questo piccolo figlio d’Italia non sarà dimenticato e coloro che si trovano sulla linea alta di comando del Paese si dovranno pentire di non aver dato le esequie con i dovuti onori al piccolo eroe caduto per mano di una indegna comunità alla quale doveva appartenere, che non l’ha saputo proteggere, come non protegge i propri figli. Gli occupanti i posti più alti della gerarchia sociale sono impegnati a cercare di apparire per appagare quel devastante perverso narcisismo che genera la caduta verticale nell’abisso dell’ignominia e della depravazione.
I principali responsabili sono i magistrati per il costante mancato obbligo a mantenere l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, in particolare di madri e figli. Non hanno alcuna giustificazione.
Di Carlo Priolo