Nell’Aula Magna della Corte di Cassazione si è svolta il 21 gennaio l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Presenti le più Alte cariche dello Stato per ascoltare la relazione dello stato della Magistratura in Italia letta dal Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio appena riconfermato dal CSM, dopo che il Consiglio di Stato aveva azzerato la sua nomina e quella del presidente aggiunto Margherita Cassano.
La relazione sullo stato della giustizia Italiana avrebbero dovuto leggerla le mamme alle quali sono stati allontanati i figli sulla base di “formulette” ascientifiche, linguaggi incomprensibili, parole lontane dalla semantica, locuzioni astratte, seguite da minacce, torture, ricatti, tutto nell’oltraggiosa violazione delle normative vigenti.
E’ il Presidente della Suprema Corte di Cassazione, Pietro Curzio che ci legge la relazione sullo stato della giustizia in Italia nel corso del 2021, uno stato che conosciamo ampiamente, soprattutto i piccoli innocenti bimbi strappati all’amore dei genitori, in particolare all’amore delle mamme.
Il Primo Presidente afferma che “l’analisi dell’amministrazione della giustizia in Italia mostra, come del resto il Paese nel suo complesso, un quadro in chiaroscuro” ed i genitori che hanno subito l’allontanamento ingiustificato dei propri figli di fronte a tale affermazione sarebbero concordi nel rispondere che abbia prevalso oggettivamente la parte “scura” su quella chiara!
Curzio ci fornisce altri dati molto noti alle donne “è aumentato il numero degli omicidi volontari di cui è stato individuato l’autore. Tra le vittime dei 295 omicidi del 2021, 118 sono donne di cui 102 assassinate in ambito familiare ed affettivo ed in particolare 70 per mano del partner o ex partner.
Questo tipo di suddivisione costante negli ultimi anni si inquadra in un preoccupante incremento dei reati della famiglia ed è sintomo evidente di una tensione irrisolta nei rapporti di genere, di una eguaglianza non metabolizzata”.
Le donne hanno avuto il coraggio di denunciare, ma hanno trovato lo stesso la morte, oppure sono finite nel tritacarne della violenza istituzionale. Hanno avuto il coraggio di denunciare come ci invita lo Stato, ma le realtà pone altre certezze, la violenza istituzionale che dura anni ed anni. Una violenza sottaciuta, ma molto potente e devastante.
Molte delle donne prima di trovare la morte e quelle in pericolo e/o maltrattate avevano allegato alle proprie denunce numerose fonti di prove, certificati del pronto soccorso, dichiarazioni testimoniali, audio e video delle violenze subite, audio e video del terrore dei propri figli appena vedevano il padre violento, richieste di misure cautelari da parte di polizia e carabinieri; PM e Questure che avevano riscontrato maltrattamenti in famiglia, violenza, aggressioni, ma tutti quei numerosi faldoni sono rimasti coperti da un velo di “polvere” sui tavoli di alcuni magistrati (dopo anni e anni in cui non è stata svolta ogni opportuna e dovuta indagine), oppure immediatamente “respinti al mittente” (archiviato nel giro di pochi giorni). E allora come possiamo ancora affermare che è solo un problema di carattere misogino, di formazione, di cultura patriarcale quando le donne denunciano e non vengono protette e difese? Quando vengono assassinati dai “padri” violenti ben noti alle autorità? Molto spesso sono proprio le donne nei tribunali a non difendere le donne e bambini (sono la maggior parte).
Ed ecco che interviene la Guardasigilli “ è necessario affrontare la riforma dell’ordinamento giudiziario del Consiglio Superiore della Magistratura, ineludibile davvero come lei signor presidente della Repubblica ha più volte sottolineato interpretando l’animo di molti e per quel che conta anche il mio”.
lo sanno bene i genitori a cui sono stati allontanati i figli; lo sanno bene le mamme che hanno avuto il coraggio di denunciare i loro ex mariti violenti e hanno visto archiviare le proprie denunce, come pure sono state sospese e/o revocate della responsabilità genitoriale per aver avuto il coraggio di denunciare, e rinviate a giudizio per aver denunciato; lo sanno bene quelle mamme che hanno denunciato la CTU, la CTP, gli educatori, gli assistenti sociali, i tutori, curatori speciali, i magistrati, tutta quella pletora di consulenti che popolano i tribunali, nell’unico obiettivo di allontanare i genitori dai figli, per lauti e lucrosi illeciti profitti; lo sanno bene quelle mamme che a volte private anche di disponibilità economica, sono costrette a studiare, capire, leggere, interpretare, studiare le normative, depositando denunce ed esposti per cercare di difendere i propri figli. Lo sanno bene quegli zii, parenti quelle nonne, nonni anche in un’età già avanzata (rischiando un infarto) che si vedono espropriati i propri nipoti dalle loro delicate mani scatenando un vigore muscolare per trattenere i propri bambini. Un crimine efferato, ben noto alla ministra Cartabia, al Presidente Curzio, alla Procuratore Salvi, al CSM che hanno armadi pieni di esposti e di richieste di aiuto formulate dagli stessi bambini, ragazzi (numerose sono le lettere inoltrate – le recenti dei fratellini di Cuneo, il piccolo L, il piccolo J. che ha scritto anche al Papa Francesco), dalle madri, dai padri, dalle associazioni, dagli avvocati, dai parenti, da amici.
Ciò che è stato definito da Curzio “l’assedio alla Corte” ed il ricorrere “in Cassazione indistintamente contro tutte le sentenze pronunciate dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali determina da decenni il riversarsi sulla Corte di decine di migliaia di ricorsi” si potrebbe risolvere nella misura in cui i magistrati specialmente della Corte d’Appello (come pure dei tribunali civili, penali, i tribunali per i minorenni) risolvessero i contenziosi con “ un giudizio di appello fatto bene”, come sottolinea il Presidente Curzio.
Delitti esecrabili commessi in nome del “superiore interesse del minore”, ma violando sistematicamente ogni tipo di normativa nazionale, sovranazionale, le sentenze della Corte di Cassazione, le convenzioni europee, la recente requisitoria del Parlamento europeo come pure le direttive della Ue, Grevio ed altri.
Nel frattempo che la riforma dell’ordinamento giudiziario abbia inizio, le mamme, i bambini, i genitori continuano a chiedere giustizia per i propri figli, in nome di quella giustizia alla quale non si crede più, ma che aveva reso orgoglioso questo Paese. Consapevoli che la magistratura è fatta di persone, ci appelliamo a quei magistrati che onorano il nostro Paese affinché governino la giustizia nel rispetto della legge e soprattutto che pongano fine agli allontanamenti illeciti, che nessun figlio possa essere più strappato dalle braccia dei propri genitori e che facciano immediatamente ritorno alla casa nativa.
Concludo con una frase del Presidente Curzio “l’onore dei giudici consiste, come quello degli altri uomini, nel riparare i propri errori” (Voltaire, Trattato sulla tolleranza).
Di Giada Giunti
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