Gli ombrelli in tutte le piazze italiane, da una idea di Pina Nuzzo, femminista.
L’idea delle donne Con un ombrello, il giorno della Luna, intorno a una fontana è nata dal bisogno di dare forma alla mia indignazione.
Il giorno in cui il piccolo Lorenzo è stato sgozzato dal padre ho pensato che non potevo stare più a casa da sola, piena di rabbia e impotente. Così ho deciso che sarei andata in piazza anche da sola e per rendermi visibile riconoscibile ci sarei andata con un ombrello aperto. Anche a costo di sfidare il ridicolo, ma non sarebbe stata la prima volta per una ragione politica. In fondo sono nate così le prime manifestazioni.
Era il 3 gennaio, era Lunedì. Ho postato un annuncio su Facebook e ci siamo ritrovate in cinque a passeggiare intorno alla fontana delle Naiadi, in piazza della Repubblica, a Roma.
Poiché l’evento doveva ripetersi ho pensato a ogni primo lunedì del mese e cosi ci siamo date appuntamento per il 7 febbraio. L’indicazione di autoconvocarsi ogni primo lunedì del mese “Con un ombrello, il giorno della Luna, intorno a una fontana” permette di trovarsi in modo informale, ma di mostrarsi agli altri e a noi stesse; permette di riconoscerci.
Con i nostri ombrelli aperti accogliamo, in contemporanea in tante piazze in tante città, le madri colpite dalla violenza domestica e istituzionale.
Pian piano cresceremo perché siamo in tante ad aver capito che, attraverso la mala applicazione della legge 54 e il pretesto della PAS, l’attacco alle madri è un attacco alle donne tutte.
Lo sanno le donne che vivono sulla propria pelle il dramma della bigenitorialità imposta, anche in presenza di compagni e mariti violenti.
E lo sanno le donne che vorrebbero diventare madri e non si fidano. Tira un’aria pesante. Lo sanno anche quelle che scelgono di non fare figli e comprendono che nessuna è libera da sola.
Purtroppo ci sono anche quante hanno teorizzato, in questi anni, che il problema non le riguarda e che non hanno debiti con chi ha lottato per la loro autodeterminazione. Ci sono donne che hanno favorito la frammentazione politica del femminismo. Infatti il controllo sociale sulla maternità è tornato con prepotenza a dettare leggi e comportamenti.
La complicità maschile, rafforzata da lobby, interessi di mercato – persino dalle differenti scelte sessuali e dal transfemminismo – non si camuffa più ed è sempre più visibile a noi che sappiamo vedere.
Non c’è nessuna remora nel combattere la libertà femminile e nel cercare una rivalsa sul sesso di chi mette al mondo. Ma la libertà cammina con le gambe delle donne e noi, #leombrelline, torneremo lunedì 7 marzo.
Per affermare il valore della relazione materna, fondativa dell’umano. Pina Nuzzo
(foto, Roma 3 gennaio 2022)