La nostra redazione come sempre impegnata nelle più importanti tematiche sociali, dà sostegno e voce a Mamma Giada Giunti pubblicando il suo accorato appello:
“Cari AMICI sono 6 anni che mi hanno ingiustamente separato da mio figlio, privato della gioia più grande, mi stanno impedendo di crescere il mio amato figlio, il tutto utilizzando false accuse e costrutti privi di alcun fondamento scentifico.
Aiutatemi ancora, vi prego, inviatelo alle istituzioni, La mia lotta non è soltanto per AMORE di MIO FIGLIO, ma per tutti quelli come noi vittime dei delitti commessi nei confronti di indifesi bambini ai quali negano una infanzia felice, serena, piena di AMORE VERO;
Bambini rinchiusi nelle case famiglia, prigionieri per mesi e mesi nelle proprie case, per il terrore di essere rapiti per allontanarli dalla loro mamma.
La mia lotta, prosegue Giada è “per tutte le donne vittime di violenza, la nostra lotta è comune, perché è comune il nostro AMORE per i nostri figli.
Stop alla violenza istituzionale, chiediamo protezione. Un sincero grazie a tutti. Forza, lottiamo per i nostri figli. Mailbombing, bambini allontanati. Salviamo i nostri figli, salviamo i nostri bambini. “.
Nell’esprimere tutta la mia solidarietà a tutti quelli che come me vivono l’inferno della violenza privata ed istituzionale, vi chiedo, chi può, di copiare questa lettera appello (o un semplice messaggio di solidarietà per la nostra storia) con oggetto “ mi unisco all’appello di mamma Giada” e di inviarla martedì 22 alle ore 12:00 (o anche quando potete) agli indirizzi sotto riportati.
Mamma Giada così conclude: “Accogliamo con speranza le parole del Primo presidente di Corte di Cassazione Curzio, del Presidente Mattarella, della Ministra Cartabia nell’attesa di fatti concreti. Grazie a tutti di cuore, per il vostro sostegno quotidiano Giada”
(indirizzi) protocollo.centrale@pec.quirinale.it,segreteria.ministro@giustizia.it;cancelleriafamiglia.ca.roma@giustizia.it;segr.presidente.ca.roma@giustizia.it;com.affidominori@camera.it
IL TESTO (da copiare)
Roma, 22 febbraio 2022
Al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Alla ministra della giustizia Marta Cartabia
Al Collegio della Corte d’Appello di Roma, sezione famiglia
Al Presidente della Corte d’Appello, Giuseppe Meliadò
alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse
alle comunità di tipo familiare che accolgono minori
Oggetto: PETIZIONE PER IL DIRITTO INALIENABILE DI JACOPO A RITORNARE DALLA MAMMA
DOPO UN CALVARIO DI 12 ANNI CON MUTILAZIONI NEL CORPO E NELL’ANIMA
DEVASTANTI E IRREVERSIBILI – CANCELLATA LA SUA ADOLESCENZA. JACOPO CHIEDE DI TORNARE DALLA MAMMA
I sottoscritti, unitamente ad altri Gruppi civici ed associazioni in difesa di donne e bambini, chiedono alla SS.VV di liberare l’ormai 16enne J. e di farlo tornare tra le braccia della mamma.
Ci uniamo all’appello di mamma Giada. LIBERATE JACOPO
“Ormai la mia drammatica storia è nota alle cronache, al Parlamento, ai vari ministeri, all’opinione pubblica. Mi è stato allontanato mio figlio circa 6 anni fa, prelevato con azione abusiva e VIOLENTA dalla sua scuola durante le ore di lezione, da ben 8 persone di cui 5 agenti dell’anticrimine, e da più di 2 anni non vedo MIO FIGLIO, neppure in una fotografia o videochiamata. Mi è stato allontanato con l’accusa di essere “simbiotica, di avere un rapporto fusionale”, ossia la ascientifica PAS (sindrome di alienazione parentale) più volte rigettata dalla comunità scientifica, dal ministero della salute, dalle sentenze della Corte di Cassazione, dal Parlamento europeo con la risoluzione del 6 ottobre scorso, dalla Ue, etc.
Mio figlio dopo essere stato collocato per 7 mesi in una fatiscente casa famiglia, ed aver passato due anni e mezzo in Toscana a 400 km da Roma (percorrevo 800 km al giorno per incontrare mio figlio una sola ora ogni settimana, poi ogni 15 gg, chiedendo permessi, giorni di ferie o utilizzando i riposi), è stato affidato al mio ex marito in via esclusiva nonostante sia stato diagnosticato con disturbo del pensiero e della personalità, narcisista e “..per cui egli nel cercare di colpire la madre rischiava di ferire gravemente il bambino…. un atteggiamento aggressivo nei confronti della madre … questo suo funzionamento aggressivo anche nei confronti del figlio” (come risulta dalla relazione della CTU).
In molti hanno letto il tema che ha scritto mio figlio sul “sul rispetto” quando ha raccontato del prelievo coatto avvenuto nella sua scuola. “Nel dizionario italiano la parola “rispetto” significa astenersi da atti offensivi verso qualcuno. Secondo me è importante rispettare gli altri perché se tu non lo fai, loro non rispettano te e così via. A me, invece, è successo tutto il contrario. Un giorno quando stavo a scuola mentre facevo merenda, la maestra E. mi dice che c’erano delle persone che mi volevano parlare. Appena sono entrato nella stanza mi sono saltate agli occhi tre persone, di cui una poliziotta senza la sua divisa e due assistenti sociali, poi ho visto anche altre persone agli angoli.
Io non sapevo niente: cosa mi dovevano dire, cosa mi dovevano fare… Appena mi sono seduto la poliziotta mi ha cominciato a dire che mi dovevano portare via senza che mia mamma lo sapesse. IO DICEVO DI NO, ma loro continuavano, MI SONO MESSO A PIANGERE PERCHÉ VOLEVO CHIAMARE MIA MAMMA E PERCHÉ NON VOLEVO ANDARE IN CASA FAMIGLIA. Dopo un’ora e mezza, mi sono sentito male perché avevo pianto troppo, ma continuavo a dire di no. Ad un certo punto quelle tre persone si sono avvicinate a me, MI HANNO PRESO CON LA FORZA E MI HANNO PORTATO IN UNA MACCHINA, che era in giardino. Quando stavo in macchina, una persona mi dice che appena arrivavo in casa famiglia, mi avrebbero fatto chiamare mia mamma.
Quando sono arrivato, ho dovuto aspettare un’ora, prima che mi facessero chiamare mamma. Appena l’ho chiamata e le ho raccontato il fatto lei è arrivata subito, ci ho parlato un pò e poi se ne è andata. SONO MOLTO TRISTE, ANCHE PERCHÉ TUTT’ORA CI STO E VEDO MIA MAMMA SOLO DUE VOLTE ALLA SETTIMANA. Secondo me, questa esperienza che ho vissuto, non deve insegnare niente a me, piuttosto a quelle tre persone che mi hanno PRESO CON LA FORZA e tutte le altre cose che mi hanno fatto… DOVREBBERO ESSERE LORO A CAPIRE QUALCOSA. Io penso di essere abbastanza rispettoso nei confronti degli altri perché ho capito come ci si sente a non essere rispettati. Fine
L’INSEGNANTE: OTTIMO LAVORO, VOTO 10”.
Molti conoscono la relazione del tutore che ha chiesto al giudice un “nuovo provvedimento che definisca in maniera dirimente la possibilità di utilizzare la forza pubblica” perchè il minore “ non si sarebbe allontanato spontaneamente ma solo se sollevato di peso e con l’utilizzo della forza – vivendo una forte ansia e terrore l’eventuale distacco dalla madre – non riusciva a smettere di piangere chiedendo di voler parlare con il giudice, poiché non vuole assolutamente allontanarsi dalla madre e non vuole vedere “quello” (il padre) – affermava di essere molto spaventato per quanto stava succedendo, ma ancor di più di essere terrorizzato dalla sola idea di doversi staccare dalla madre – piangeva in modo convulso, spaventato e tremante, si copriva sotto le coperte del letto non volendosi allontanare in alcun modo dalla madre”.
In molti hanno ascoltato i pianti disperati di mio figlio che chiede di tornare a vivere con la sua mamma, ha scritto al Papa Francesco, ha chiesto a qualsiasi persona potesse aiutarlo per farlo ritornare a vivere con la sua mamma. Anche l’ex ministro della giustizia rispondendo all’interrogazione parlamentare della deputata Veronica Giannone ha dichiarato “che la volontà del minore è stata completamente trascurata”.
In molti sanno che mio figlio aveva tutti 10 a scuola e si distingueva nel suo sport, considerato un talento dagli esperti (talento o non talento era felice di praticarlo), ma anche il suo sport gli è stato impedito, come le recite e gite scolastiche, il corso di inglese, le trasferte studio all’estero ed altro.
Non vivo con mio figlio da circa 6 anni, non sto con lui da più di 2 anni; è cresciuto e non so quanto sia cresciuto, il mio ex marito mi impedisce di ricevere anche una semplice fotografia, inviare e ricevere dei regali ed i messaggi, pure la torta di compleanno per mio figlio ha respinto ed è stata buttata assieme a dolci e candeline.
Da mesi e mesi il mio ex marito si è lasciato con la compagna ed il figlio e si è trasferito in un altro appartamento, ma nonostante abbia cercato di nasconderlo, sono riuscita a scoprirlo, ma mi impedisce di sapere dove vive con mio figlio.
Non riesco neppure a fare una videochiamata perché il mio ex marito impedisce qualsiasi tipo di contatto con me, parenti e tutti gli amici. Dal 2011 ha cercato di impedirgli di praticare lo spot da lui amato e poi le figure istituzionali glielo hanno completamente vietato.
Ho avuto il coraggio di denunciare le violenze come ci invita lo Stato, ma ho subito la sospensione della responsabilità genitoriale perché il PM del pool antiviolenza ha ritenuto le mie denunce “strumentali e di pregiudizio per il minore” ed ha chiesto al giudice minorile un intervento nei miei confronti; quindi mi è stata sospesa la responsabilità genitoriale. Successivamente mi è stato allontanato mio figlio con l’accusa di essere “simbiotica”, sono stata sottoposta al regime di incontri protetti perché è stato dichiarato che “l’avvocato farà la terza denuncia” e “la mamma butta fango sulla casa famiglia, butta i cibi contenenti il glutine a terra a casa della mamma, pesa il figlio con la bilancia”. Vorrei sapere dove sta il rispetto della legge e se questi sono “reati” che consentirebbero l’allontanamento coatto e violento; preciso che per legge solo e soltanto per extrema ratio si possono separare i figli dai genitori.
Ad oggi non lo vedo da anni. Come è possibile che un tribunale possa scrivere che siccome mio figlio ha paura del padre “l’unico modo” per far recuperare il loro rapporto affettivo è quello di allontanarlo alla mamma con la violenza, tenerlo segregato in una casa famiglia e poi affidarlo proprio a quel padre che ha chiesto per anni e voluto con determinazione il collocamento in casa famiglia per il proprio figlio?
Peraltro, anche in ambito penale, non ho avuto protezione, ma anzi dopo le denunce sporte per le violenze ed aggressioni (anche in codice rosso) che ho ricevuto sempre davanti a mio figlio, sto subendo processi penali per calunnia e maltrattamenti.
Per cercare di far ritornare il mio amato figlio a casa ho presentato numerose istanze, che sono state tutte rigettate, nonostante le violazioni delle normative e delle procedure (i giudici erano stati anche ricusati). Sono stata anche condannata al pagamento delle spese processuali, sono a circa 147.000 €, mi hanno iscritto al crif al cai, pignorato conti correnti e stipendio (dal 2013), non ho i soldi neppure per mangiare atteso che il mio ex marito non avendo pagato né il mantenimento, né le rate del mutuo della causa, nelle spese per il figlio, mi ha fatto perdere tutto quello che avevo (il suo processo per art. 570 c.p. è stato mandato in prescrizione). In sostanza lui ha risparmiato circa 70.000 € e ne ha guadagnati di più, io ho perso tutto quello che avevo soprattutto NON VIVO CON MIO FIGLIO DA 6 ANNI. Per cercare di risolvere questa drammatica situazione ho anche proposto ben 39 richieste conciliative in soli due anni e mezzo (non si contano quelle dal 2010), invocando tutti a deporre le armi e a costruire un nuovo inizio, ma ad oggi il nostro dolore è rimasto inascoltato.
L’11 febbraio ho ricevuto l’ennesima ritorsione economica (condanne al pagamento delle spese processuali per essermi difesa e cercare di riportare mio figlio a casa, ingiustamente allontanatomi) alla quale ho risposto con ulteriore conciliazione e la sua risposta è stata “ vivi su un altro pianeta”:
C.: ciao. Tra la cifra assegnatami 53.000 € oltre sei altri 14.000 € di titoli esecutivi in mio possesso oltre spese legali siamo ad oltre 70.000 € che mi devi dare. Ti faccio una proposta. Se mi dai la nuda proprietà della tua casa di b., rinuncio alla cifra di cui sopra, altrimenti sono costretto ad andare avanti. tra le altre cose credo che la tua nuda proprietà valga meno di quella cifra. fammi sapere se può interessarti questa soluzione. Grazie. mi correggo… la cifra ammonta a oltre 80.000 €
Giunti: “continui con minacce e ritorsioni, non ti basta ciò che hai fatto?.
L’unica cosa che puoi fare è abbandonare la guerra che dura da 12 anni, una guerra dove Jacopo ha pagato e ne paga le conseguenze dolorosamente (una pena che si porterà a vita, oltre ad avergli negato un’adolescenza serena e piena di amore), e farlo tornare a casa dalla sua mamma. Ho già proposto mille conciliazioni. Tu mi devi circa 80 mila euro (che non hai pagato oltre al fatto che ho perso la casa coniugale a me assegnata non avendo tu pagato nè le rate del mutuo, nè il mantenimento ed altro), io ti dovrei dare, come tu dici, 80 mila euro ingiusti (tutti ingiusti) perché condanne al pagamento delle spese processuali dell’ ingiusto sequestro di mio figlio, per riprendermelo, oltre a tutte le altre cause, come pure i 250 mila spesi…. già ho perso le proprietà che con sacrifici volevo conservare per Jacopo….ad ogni modo la casa di Viar.. vale di più e non si tocca, è una proprietà x Jacopo, anche se attualmente rubata e sequestrata dalla Rag.. ed “associati“……allora, ci possiamo mettere d’accordo così, Jacopo torna a casa da me come desidera e come è giusto che sia ( peraltro, sono anni che non lo vedo neppure in foto che non gli fai mandare, come negare le videochiamate, e 6 anni dal sequestro), io ho casa, lavoro a casa ed ho tempo per lui, tu te ne sei andato da casa di Ann.. e figlio per andare in altra casa ( ora devi pagarti l’affitto) da solo con Jacopo e non so dove si trovi mio figlio, non mi hai mai comunicato nulla da mesi e mesi; io rinuncio agli 80 mila euro che mi devi e pure tu la stessa cosa. Per Jacopo non preoccuparti dei soldi, puoi pensarci se vuoi e come puoi per le tue nuove disponibilità economiche, io cmq posso pagare tutte le spese necessarie per lui. Poi Jacopo, ormai 16enne, pur vivendo da me, ha libera scelta di dove andare e cosa fare, senza giorni, turni, orari e limitazioni…( abbandoniamo i tribunali e riprendiamoci la nostra vita), si fa crescere insieme… Anche due anni fa ti avevo già fatto questa proposta…abbandoniamo la guerra e risolviamo, ma Jacopo deve tornare a casa, basta metterci d’accordo…poi tutto si risolve.
Questa è la mia risposta, ci possiamo fermare, solo se Jacopo torna a casa, altrimenti vado avanti pure io e so cosa di forte è in atto…. Jacopo ormai è grande e deve vivere normalmente, questo strazio deve finire. Attendo una soluzione, questa è di buon senso, per risolvere….
C.: vivi su un altro pianeta. Come non detto (avrebbe risposto ancora peggio, ma era ben consapevole che lo avrei pubblicato di facebook)
Giunti: come al solito dimostri di essere ciò che sei .. intanto attendo foto di mio figlio ed indirizzo di dove lo hai portato a vivere.
NESSUNA RISPOSTA E NON SONO RIUSCITA A FAR RECAPITARE NEPPURE I REGALI A MIO FIGLIO PER IL GIORNO DI SAN VALENTINO.
E’ veramente inconcepibile che si continui a difendere un violento, un diagnosticato tale e a massacrare una mamma e soprattutto un innocente bambino che ogni persona ha il dovere di difendere e tutelare.
Chiedo protezione, perché sto ricevendo soprattutto dalla Corte d’appello di Roma e dal pool antiviolenza di genere una persecuzione giudiziaria ai limiti del credibile e chi ne paga le conseguenze è mio figlio, un FIGLIO che chiede semplicemente di tornare a vivere con la sua MAMMA.
Mio figlio si trova in reale ed oggettivo pericolo perché il mio ex marito è stato più volte diagnosticato violento e pericoloso anche nei confronti del proprio figlio. Ha provato ad uccidere me davanti a mio figlio più volte, mani al collo, sputata in faccia, le prove sono molteplici. Peraltro, mio figlio è celiaco/intollerante al glutine ed il mio ex lo alimenta con cibi contenenti il glutine danneggiando anche la sua salute fisica. Ha già un danno biologico al 10% accertato da una perizia medico legale.
Poche settimane fa è morto un altro bambino affidato al padre violento, ma perché non si sapeva che era violento, atteso pure che si trovava agli arresti domiciliari per aver tentato di accoltellare un collega? Quante PROVE VOLETE ANCORA PER DIFENDERCI? Vi riempiamo i tribunali di PROVE…
SALVIAMO I BAMBINI, “domani è già troppo tardi”, agiamo oggi, altrimenti si ripeterà il triste rituale delle commemorazioni, altri femminicidi ed infanticidi per dire che si poteva evitare.
La mia storia è come tante, le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze domestiche sprofondano in un inferno dal quale difficilmente si esce, nel quale per prassi viene disposto l’allontanamento dalla mamma con metodi coatti. Un sistema noto in tutta Italia, i nostri bambini ci vengono allontanati nella totale violazione delle normative ed utilizzando violenza su di loro, alzandoli di peso, mentre piangono disperati chiedendo di restare con il genitore dal quale ricevono AMORE E PROTEZIONE, trascinati per i corridoi di scuole, ospedali e rinchiusi nelle case famiglie. Un Paese che allontana figli e genitori non può chiamarsi Paese civile. Ascoltate i pianti e guardate le lacrime dei nostri figli, se non volete ascoltare noi genitori.
Il mio appello è per MIO FIGLIO e per tutti i bambini che si trovano lontano dall’amore dei propri genitori, dalle proprie mamme, ingiustamente allontanati peraltro con modalità violente, per i bambini che vivono in casa terrorizzati di essere allontanati dalla propria mamma. Il mio appello è quello che i prelievi coatti cessino ed i bambini possano tornare dai loro genitori. Mi unisco al dolore di tutti i genitori d’Italia, impropriamente privati dei loro figli.
Il Parlamento europeo, il 6 ottobre scorso, con la risoluzione “sull’impatto della violenza da parte del partner e dei diritti di affidamento su donne e bambini” ha chiesto agli Stati membri il rispetto delle normative e ricorda che “nelle disposizioni in materia di separazione e nel determinare i diritti di affidamento l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente”. Infatti, precisa che viene “trascurata nelle cause di affidamento di minori”, un fatto che ha delle conseguenze disastrose per le donne e bambini vittime di violenza. Danni che possono aggravarsi e sfociare in femminicidi e/o infanticidi.
Ed ancora il Parlamento Europeo sottolinea che la “convenzione di Istanbul impone alle parti di adottare misure legislative o altre misure necessarie per garantire che gli episodi di violenza domestica siano presi in considerazione nella determinazione dei diritti di affidamento”. Quindi che venga esclusa ogni tipo di mediazione “in caso di violenza domestica contro donne e bambini”.
Ed ancora esclude l’affido condiviso in situazione di violenza domestica, proprio perché “espone le donne e i bambini a una continuazione di violenza”, atteso che il diritto delle donne dei bambini è quello di essere protetti e vivere in una vita libera dalla violenza. All’interno di alcuni tribunali vengono ignorate anche le testimonianze del bambini e colpevolizzando ulteriormente le madri già vittime di violenza.
Al punto 41 della risoluzione al paragrafo “prevenzione”, condanna l’uso, l’affermazione e l’accettazione di teorie e concetti non scientifici nei casi di affidamento che puniscono le madri che tentano di denunciare casi di abuso di minori o violenza di genere impedendo loro di ottenere l’affidamento o limitandone i diritti genitoriali; sottolinea che la cosiddetta “sindrome da alienazione parentale” e concetti e termini analoghi, che si fondano solitamente su stereotipi di genere, operano a scapito delle donne vittime di violenza domestica, colpevolizzando le madri”.
Viene precisato che “tutte le istituzioni più prestigiose come pure l’Organizzazione Mondiale della sanità respingono categoricamente la cosiddetta sindrome di alienazione parentale e concetti e termini simili”, e fa presente che viene utilizzata dai padri violenti nei confronti delle donne vittime di violenza per utilizzare maggior controllo su di esse, soprattutto nei procedimenti di affido dei minori.
Per cui, invita gli Stati membri a non considerare detta sindrome e soprattutto chiede di difendere donne e bambini, atteso che la PAS viene utilizzata come “strategia per infliggere ulteriori violenze”.
Nessun bambino deve essere allontanato da un genitore che lo ama, non deve essere difeso nessun genitore violento.
In ottemperanza a quando ha dichiarato il Primo Presidente di Corte di Cassazione, Pietro Curzio ed altre cariche istituzionali, in virtù di quando ha dichiarato la Ministra della Giustizia Marta Cartabia in occasione delle question time presentate dalle deputate Giannone – Muroni, in ottemperanza a quando ha dichiarato il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di insediamento, in virtù delle sentenze della Corte di Cassazione, delle convenzioni europee, delle requisitoria del parlamento europee, VI CHIEDO DI LIBERARE MIO FIGLIO ORMAI QUASI SEDICENNE E DI ASCOLTARE LA SUA VOLONTÀ DI RITORNARE A VIVERE CON LA SUA MAMMA.
In attesa di giustizia, Vi chiedo, da MAMMA che non vive più senza SUO FIGLIO ed anche in nome di MIO FIGLIO, DI ASCOLTARE IL NOSTRO CUORE E FARCI RITORNARE ASSIEME. Nessuno e nulla mai ci restituirà i 6 anni persi, i 12 anni di violenze subite, MA POTETE ORA RIDATECI LA VITA….
Con perfetta osservanza
mamma Giada Giunti
il pdf:
22.2.2022 Giada Giunti MAILBOMBING
Gaetana Di Lorenzo