“Sono soddisfatto della sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione“, dichiara Gianteresio Vattimo, (nella foto, n.d.r.), filosofo, accademico e politico italiano; poi, ancora: “Per me, è la fine di una persecuzione: ho ricevuto alle quattordici di ieri, la pronuncia che mette una pietra tombale su questa vicenda. Un procedimento giudiziario che, nel complesso, è stato fortunatamente molto rapido“.
I giudici della Prima Sezione civile della Cassazione, hanno infatti confermato la decisione della Corte di Appello civile di Torino, che nel novembre scorso aveva revocato il provvedimento di apertura di amministrazione di sostegno per il filosofo. E’ stato perciò dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale di Torino e confermata la decisione dei giudici di appello secondo cui Vattimo “ha conservato indiscusse capacità cognitive e di memoria, e risulta capace di controllare la gestione del proprio patrimonio, sia pure avvalendosi di altre persone”.
In uno stralcio della sentenza degli ermellini, si afferma che “le diagnosi sono state concordi nel riconoscere il professore Vattimo persona lucida, correttamente orientata, disponibile e ben predisposta a ogni valutazione; persona da sempre prodiga per carattere, ma in ogni caso in grado di disporre dei propri interessi e di amministrare altresì denaro e beni e di determinarsi autonomamente in merito al luogo in cui vivere e alle modalità di gestione del quotidiano”.
Così, commenta il filosofo: “Per prima cosa, leggerò interamente la sentenza, dove si spiega con chiarezza che il primo provvedimento tradiva ‘una cattiva comprensione dei fondamenti dell’istituto dell’amministrazione di sostegno’. Poi, interverranno anche i miei avvocati Laura Dutto e Daniela Talarico, che entreranno nel merito di quanto avvenuto”.
(Adnkronos).