“Le Agenzie per il Lavoro sono un driver essenziale per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro con tutti i diritti e le tutele dell’occupazione dipendente e per un più rapido accesso al lavoro stabile. A venticinque anni dal ‘pacchetto Treu’ in alcuni persiste una sospettosa diffidenza, tutta italiana, nonostante con le agenzie lavorino mediamente più di cinquecentomila persone, oltre centodiecimila delle quali con un contratto a tempo indeterminato“. Così Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il lavoro che rappresenta oltre l’ottantacinque per cento del settore, a margine dell’Assemblea Pubblica. All’evento sono intervenuti Bettina Schaller Bossert, presidente della World Employment Confederation – la Confederazione Internazionale delle Agenzie per il Lavoro, Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’Unhcr, Tiziano Treu, presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.
A inizio lavori Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos, ha presentato i risultati di una ricerca su come cambia il mondo del lavoro. Dalla ricerca Ipsos emerge, tra gli altri dati, che chi lavora con le Agenzie consiglierebbe di rivolgersi a questo canale nel novanta per cento dei casi, mentre nella popolazione la conoscenza del “lavoro in somministrazione” resta bassa, quasi una persona su due non sa esattamente cosa sia. Inoltre, chi ha avuto esperienze di somministrazione nel target della popolazione conferma la crescita dell’occupazione stabile post contratto Apl:
tra chi si è stabilizzato, circa la metà, (quarantanove per cento), lo ha fatto entro i 6 mesi; il sessantuno per cento è stato assunto a tempo indeterminato dall’azienda in cui era impiegato tramite l’Agenzia per il Lavoro. L’accesso al lavoro tramite Agenzia avviene più velocemente che in passato: entro sei mesi rispetto agli otto del 2018.
“All’estero il nostro sistema centrato su formazione mirata e finalizzata al lavoro, un sistema di relazioni sindacali molto fitto e prestazioni di welfare aggiuntivo dedicate, è considerato un modello – ha aggiunto Ramazza – Qui alcuni parlano di lavoro tramite Agenzia senza conoscerne le fondamenta, senza sapere che la formazione è una leva essenziale, che in un anno formiamo più di trecentomila persone e almeno un terzo poi ha un contratto di lavoro. Interpretiamo il nostro ruolo come attori di sviluppo e di inclusione in tutti gli ambiti e su tutti i fronti, per questa ragione abbiamo voluto fortemente un accordo con i sindacati che destina quarantacinque milioni di euro a misure di accoglienza, inclusione e accesso al lavoro per i Rifugiati. E per questa stessa ragione abbiamo dato corso poi a una collaborazione con Unhcr che favorisse la conoscenza e l’accesso a quelle misure“.
Nel corso dell’Assemblea sono stati presentati anche i dati più recenti dell’Osservatorio Assolavoro Datalab, dai quali emerge che nei primi tre mesi del 2022 il numero medio mensile di persone che lavorano tramite agenzia sfiora quota cinquecentomila. A marzo 2022 è stato raggiunto un nuovo picco storico dei lavoratori in somministrazione con contratto a tempo indeterminato che raggiungono quasi le centotredici mila unità. Nell’arco degli ultimi tre anni, (novembre 2018/novembre 2021), considerando l’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato del mondo del lavoro, il quarantadue per cento è un contratto sottoscritto con una Agenzia per il Lavoro. “Ci troviamo di fronte alla sfida delle politiche attive e si impone come non mai un atteggiamento scevro da tare ideologiche e funzionale all’inclusione delle persone. Le agenzie per il lavoro sono pronte, dove il sistema pubblico funziona meglio anche noi lavoriamo in maniera più efficace e sempre al servizio delle persone. Confidiamo che questo possa accadere presto diffusamente in tutto il Paese“, ha concluso il presidente di Assolavoro.
(Red/Dire).