Con richiesta di segreto probatorio urgente – questo è quello che si evince dalla denuncia effettuata dalla dottoressa Marina Di Fonso, lo scorso 20 giugno, agli organi dirigenti dell’Ordine dei Medici di Roma, tra cui il presidente Antonio Magi e altri consiglieri di amministrazione presenti durante la seduta disciplinare dello scorso 9 giugno, dove si celebrava il verdetto dell’ente sulla vicenda del medico Giuseppe Barbaro, condannato in quell’occasione alla sospensione professionale per sei mesi dall’ordine stesso, per aver prescritto esami pre-vaccino anti Covid ai suoi pazienti. Ma le dichiarazioni della Di Fonso sono scioccanti, ed emergono da una chiara lettura degli atti depositati in Procura: «mi è stato impedito di votare, con l’accusa diretta di essere la capobanda di un gruppo di anti-scientifici». Non solo la dichiarazione nel verbale della denuncia, ci sarebbero appunto anche gli audio, già presi in custodia dalla Procura stessa.
L’Associazione Avvocatura Degli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari (AADOSS) gemella dell’Associazione Avvocatura Degli Infermieri (AADI), ha oggi presentato istanza per lo scioglimento e il commissariamento dell’Ordine dei Medici di Roma.
Dopo che Giuseppe Barbaro e il suo legale di fiducia, Mauro Di Fresco, sono usciti dall’aula disciplinare dell’Ordine dei Medici il 9 giugno scorso, è scoppiata una bagarre tra i membri della Commissione disciplinare che hanno discusso animatamente per votare la colpa o la discolpa dell’imputato.
La dottoressa Marina Di Fonso, consigliere dell’Ordine dei Medici, non è riuscita a votare – contraria, come lei stessa avrebbe dichiarato – circa la sospensione di Barbaro ed avrebbe espresso ai propri colleghi e «soprattutto al Presidente Antonio Magi» che la memoria difensiva depositata e sostenuta dall’AADOSS era puntuale e convincente, soprattutto sul piano del diritto sanitario e sulla libertà scientifica.
Le minacce profuse da più parti non si sarebbero fatte attendere e, nonostante alla Di Fonso, come al Di Fresco in corso di udienza, fossero stati prelevati i rispettivi cellulari, la Di Fonso ha registrato le minacce con un altro dispositivo – sarebbe legale – all’esito della quale è stata espulsa perché il suo voto «avrebbe fatto arrabbiare qualcuno molto in alto».
A nulla sono valse le raccomandazioni di imparzialità e equità profuse dal Di Fresco in audizione che, ricordando le minacce di Sileri “Vi renderemo la vita difficile”, attenzionava i consiglieri a non farsi coinvolgere dalla politica e di rimanere sul terreno della scienza.
A questo punto, la Commissione, avrebbe deliberato la sospensione di Barbaro «in aperta violazione di legge perché nessun votante, in ossequio ai principi di imparzialità, deve essere influenzato o intimidito durante la formazione del suo giudizio e la Di Fonso, non solo è stata minacciata, ma è stata anche espulsa», così l’avvocato Di Fresco che nell’istanza cautelare diretta all’organo supremo degli Ordini (la CEEPS), ha anche lamentato che la Commissione di Roma non ha mai consegnato a Barbaro il verbale, come invece stabilisce la legge, proprio perché non figurerebbe la firma della Di Fonso, obbligatoria per legge, pena l’annullamento dell’intera procedura.
Ora è tutto al vaglio della Procura della Repubblica che ha in esame la registrazione di quanto è avvenuto per i reati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio (il consigliere dell’Ordine quando partecipa all’audizione disciplinare e vota è pubblico ufficiale).
Intanto, Barbaro, ieri, ha presentato una denuncia-querela preparata dal Di Fresco nella quale imputa a 4 consiglieri dell’Ordine, reati di concussione, corruzione e abuso d’ufficio, chiedendo la costituzione di parte civile.
Sulla scorta di quanto accaduto, oggi, l’AADOSS ha presentato istanza di Commissariamento dell’Ordine che: «così parziale e orientato verso i diktat governativi, non potrà garantire oltremodo la legalità e la correttezza che la legge richiede per il suo buon funzionamento (art. 97 Cost.)».