“E’ stata una lite finita male, una disgrazia. Mio fratello non c’entra”. Così il ventunenne, di origine maghrebina che, ieri sera insieme al fratello maggiore, si è presentato alla stazione dei carabinieri di Roma Gianicolense dopo l’omicidio del pugile Leonardo Muratovic, ucciso nella notte tra sabato e domenica davanti a un locale di Anzio. Per entrambi i fratelli la procura di Velletri ha disposto il fermo per omicidio in concorso.
I due fratelli hanno reso dichiarazioni spontanee: il più piccolo si è assunto la responsabilità, mentre il maggiore, anche lui presente la notte dell’omicidio, ha detto di essere innocente. Nella ricostruzione fornita dai due fratelli, assistiti dallo studio legale Gasperini-Fabrizi del Foro di Roma, la lite scoppiata nel locale è poi proseguita all’esterno, dove il pugile ha perso la vita. “Il coltello non ero mio, era del pugile”, ha riferito il ventunenne. Dopo il provvedimento di fermo della procura, notificato dagli uomini della squadra mobile, commissariato di Anzio e carabinieri, i due fratelli sono stati trasferiti nel carcere di Velletri in attesa dell’interrogatorio di convalida.
(Adnkronos).