AGI – Apocalittica. E’ stata definita così la giornata di ieri in una Sicilia devastata da incendi che non sembrano destinati a spegnersi. Con focolai anche in Puglia e Calabria. E mentre il Sud brucia, il Nord annega, piegato da tempeste e alluvioni che stanno devastando le città. Il bilancio delle vittime, dirette o indirette (una donna a Palermo è morta perché l’ambulanza è rimasta bloccata da un incendio) è di 5 morti. Oggi è previsto un Consiglio dei ministri.
Inferno in Sicilia
In mattinata si contano ancora i roghi nei dintorni di Palermo, dopo le ore drammatiche per la città assediata dal fuoco. Sono ancora attivi fronti di San Martino delle Scale, frazione collinare di Monreale, e di Capaci, sul litorale Nord, e a Torretta, paese dell’entroterra sulla stessa costa. Fiamme anche nella frazione di Altofonte, dove brucia un bosco in una zona dove si trovano anche alcune abitazioni. Non ancora domato l’incendio che da lunedi’ notte arde nella discarica di rifiuti di Bellolampo.
Martedì pomeriggio il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, ha rivolto un appello a Bruxelles: “La flotta dei canadair dell’Europa è assolutamente insufficiente. Noi non possiamo ogni volta mendicare l’arrivo di un velivolo anfibio. Abbiamo bisogno di potenziare la flotta europea dei canadair”, ha detto assicurando di voler salvare il salvabile.
“Le fiamme divampate ieri sera non hanno risparmiato neppure il Parco archeologico di Segesta. Da una prima ricognizione, per fortuna, è stato possibile verificare che non sussistono danni ai siti monumentali: il tempio, il teatro e la casa del Navarca sono rimasti illesi. Ma se, come sembra, il rogo è stato causato da una mano criminale, si tratta di un gesto gravissimo che va condannato con forza perché ha messo a rischio l’incolumità di chi vive nelle zone limitrofe e ha recato un grave danno al nostro inestimabile patrimonio storico-artistico. Mi auguro che si possa risalire al più presto ai responsabili”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando l’incendio che ieri sera ha colpito il Parco archeologico in provincia di Trapani.
Risultano invece completamente distrutti il punto di ristoro, il corpo di guardia e il deposito vicino al tempio, il blocco dei bagni nei pressi dell’antiquarium e la tettoia delle case rupestri. Quasi tutta la staccionata protettiva della strada che conduce al teatro e le recinzioni di sicurezza sono stati ridotti in cenere, così come i cavi elettrici e i corpi illuminanti nei pressi del teatro.
Delle 5 vittime totali, tre sono morte per gli incendi in Sicilia. Dopo la notizia di una donna deceduta a Palermo, perché l’ambulanza che doveva soccorrerla è rimasta bloccata dai roghi sulle colline della città, una coppia di anziani è stata trovata morta in una casa di villeggiatura a Cinisi. I due trascorrevano l’estate in una zona che poi è stata raggiunta dagli incendi, hanno spiegato all’AGI i vigili urbani del comune vicino all’aeroporto Falcone e Borsellino.
E l’emergenza è ancora in atto. E lo dicono i numeri, quelli diffusi ieri pomeriggio dalla direzione regionale dei Vigili del Fuoco della Sicilia: oltre 400 interventi di soccorso a partire in 24 ore (dato aggiornato alle 17). Altri 400 tra in atto e in coda.
Lombardia in stato di emergenza
Intanto ieri il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha formalizzato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ai ministri competenti e al capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale per la regione.
L’atto fa riferimento “agli eventi meteorologici avversi di significativa intensità che hanno causato danni intensi e dissesti in vari territori provinciali, a cui si aggiungono quelli in corso anche in queste ore”.
Il governatore nel motivare la richiesta spiega come “nei territori interessati sia pienamente operativa la struttura sistema regionale di protezione civile” coordinata dall’assessore alla Sicurezza e Protezione Civile, Romano Maria La Russa, “per gli interventi necessari all’assistenza alla popolazione e la rimozione del materiale che ha invaso le strade, i centri urbani e coinvolto edifici pubblici e privati e per l’attivazione delle prime misure per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture strategiche”.
Claudia Marciano