Il corpo della ragazza che in questa settimana si sarebbe laureata in ingegneria è stato trovato nel fondo del canalone di un lago. Senza vita, come oramai si temeva, la morte di questa nuova vittima di un rapporto finito in modo drammatico deve far riflettere sui dislivelli che si possono raggiungere nei rapporti tra donne e uomini nei nostri tempi. Trovato dai vigili del fuoco nei pressi di Barcis (Pordenone) il corpo della giovane Giulia Cecchettin aggiunge un altro numero alla lista dei femminicidi.
Senza vita, il corpo è stato ritrovato nel canalone lungo la strada che dal lago di Barcis, in località Pian delle more. Rabbia e rassegnazione per chi riteneva ancora nella possibilità di un finale meno drammatico a una storia che già si annunciava tragica dalle premesse.
Sul presunto omicida, Filippo Turetta, il procuratore di Venezia si è espresso esortandolo a costituirsi. Un modo per “dare la propria versione dei fatti” ha detto Bruno Cherchi al Tg1.
Si tratta di un invito che rende evidente come gli inquirenti non abbiano una ricostruzione plausibile dei fatti accaduti. C’è bisogno della versione di uno dei protagonisti, anche se troppo dentro alla storia affinché anche la sua stessa versione si possa annoverare come degna di esaustiva considerazione.
Si sa che le videocamere lo avevano ripreso in pieno atteggiamento aggressivo nei confronti della ragazza che in questa settimana avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria. Al di là dell’abbandono non si capiscono se esistono altre dinamiche tra i due che possano aver rotto l’equilibrio psichico di Filippo Turetta, abbastanza presente a sé stesso però per dileguarsi e far quindi perdere le tracce di sé e della povera Giulia assassinata.