Filippo Turetta era a bordo della sua autovettura quando è stato fermato nel Sud del Paese. La sua fuga è durata 7 giorni. Il messaggio di Gino Cecchettin sui social per sua figlia: “Mi manchi già tantissimo, abbraccia e dai un bacio alla mamma da parte mia”. Giulia è la 105esima donna uccisa da inizio anno
La 22enne era già morta quando è stata lanciata nel burrone della Val Caltea, a Barcis, dopo essere portata fuori dall’auto di Filippo Turetta. È quanto emerge dalla l’ispezione esterna della salma svolta dal medico legale per conto della Procura di Pordenone
Il messaggio del papà e della sorella
“L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. È il pensiero condiviso su Facebook da Gino Cecchettin, il padre di Giulia, dopo che la ragazza è stata trovata morta vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Tantissimi i commenti di affetto e solidarietà. Poi un secondo messaggio con la foto della figlia: “Amore mio mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia”.
“Io non starò mai zitta, non mi farete mai tacere”. Questa invece un stories che si legge sul profilo Instagram di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, a poche ore dalla notizia dell’arresto di Filppo Turetta.
Il ritrovamento del cadavere e la morte di Giulia
Sul cadavere della giovane studentessa di Vigonovo ritrovato nella zona di Piancavallo in provincia di Pordenone a circa 1.000 metri di altitudine in fondo a un dirupo a cinquanta metri dalla sede stradale, sono presenti ferite da arma da taglio al collo e alla testa. Ci sono anche lesioni sulle braccia e sulle mani a significare che Giulia ha cercato di difendersi dal suo omicida.
Le ultime immagini dei due studenti risalgono alle ore 23,30 circa proprio di sabato 11 quando le telecamere di videosorveglianza dello stabilimento ‘Dior’ di Fosso’ in provincia di Venezia avevano ripreso la violenta aggressione di Filippo nei confronti di Giulia.
Come hanno descritto gli inquirenti, la ragazza è stata prima colpita a calci mentre era a terra e poi nuovamente ferita con colpi che hanno “provocato copiosi sanguinamenti e, apparentemente esanime, caricata da Turetta nella propria auto“.
Tra le ipotesi quella del decesso al momento dell’aggressione, caricata in auto e poi accoltellata e gettata nel dirupo, oppure che l’omicida abbia ucciso la giovane donne tra le montagne di Piancavallo non distante dal lago di Barcis nella notte di domenica scorsa.
Lutto regionale
“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringera’ in un abbraccio alla famiglia, agli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene”. Lo ha scritto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
“Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunita’ veneta: ci si interroga sui perche’ di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile – ha proseguito il governatore Zaia -. Dopo questi giorni di frenetiche ricerche, di speranze, di dolore, la dichiarazione del lutto regionale vogliamo diventi anche, nel ricordo di Giulia, un segnale estremamente determinato contro la violenza sulle donne. Propongo quindi di indossare non solo il 25 novembre ma anche nel giorno dei funerali il fiocco rosso, divenuto simbolo contro la violenza di genere, e di esporre nei luoghi pubblici e privati oggetti di colore rosso”.
Infine, Luca Zaia invita “le amministrazioni locali a operare, secondo le iniziative che vorranno adottare: una panchina di colore rosso, per ogni comune, potrebbe ad esempio essere importante, ma sono certo che anche i sindaci nei giorni delle esequie e in seguito sapranno realizzare adeguate iniziative ad alto impatto comunicativo e simbolico” e conclude affermando “il Veneto, nel ricordo di Giulia, lancerà nel giorno delle esequie un forte segnale contro ogni, odiosa, violenza sulle donne”.
L’omaggio a Giulia
Assieme ai fiori, ai biglietti e ai peluche anche un piccolo ‘tocco’ della laurea attaccato alla cancellata della villetta di Vigonovo dove Giulia Cecchettin viveva, quel ‘tocco’ che non indosserà mai. Mentre continua stamattina il via vai di persone davanti alla casetta a due piani a Vigonovo della famiglia Cecchettin anche con bambini che si fanno il segno della croce.
Tra i tanti messaggi spicca “Giulia riposa in pace tra le braccia della tua mamma, sei la figlia di tutti noi“. Tutto avviene sotto il controllo di pattuglie dei Carabinieri, mentre i giornalisti attendono l’eventuale uscita di qualche familiare per i loro appuntamenti con le varie testate televisive.