Sgarbi senza più il quadro di Rutilio Manetti. È stata sequestrata La Cattura di San Pietro dopo ben tre perquisizioni in diverse case. Possedere il dipinto seicentesco gli costa l’accusa di auto-riciclaggio per cui è indagato. Il Corriere della Sera ha riportato che Vittorio Sgarbi ha consegnato sua sponte la tela. Continua a professare il suo assoluto diritto a possedere l’opera in quanto acquistata regolarmente e non trafugata.
Il valore dell’opera si stima su circa duecentomila euro. Il sequestro è stato disposto dalla Procura di Macerata e con i suoi esperti dovranno valutare se regge l’argomentazione del Sottosegretario per cui si tratta di una diversa opera da quella rubata nel 2013 oppure se è la stessa, il particolare è stato aggiunto con maestria, quindi Sgarbi sarebbe colpevole di ricettazione. Ma, anche in questo caso, è tutta da dimostrare la consapevolezza di Sgarbi mentre acquistava un quadro rubato oppure se lui stesso sia stato portato in inganno dal particolare aggiunto e anche da altri dettagli come le dimensioni dell’opera. E se fosse questa la risposta finale ne uscirebbe dal punto di vista penale ma non bene come attento analista critico di opere d’arte.
Al momento il sequestro è considerato un “atto dovuto”. La magistratura deve pur vederci chiaro e chiedere consulenza per capire la vera entità dell’opera.
La tela che stanno cercando è stata rubata in Piemonte nel 2013 nel castello di Buriasco. Otto anni dopo Sgarbi l’ha esposta a Lucca presentandola come versione inedita. Sgarbi sostiene di averla acquistata, insieme ad altre opere, in una villa a Viterbo.
IL problema consiste sempre nel dettaglio della torcia che non appare nella versione, per così dire, originale. Di quella versione non esiste menzione anche nei cataloghi dell’epoca.
Sempre il Sottosegretario del ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, rilascia dichiarazioni da politico della Prima Repubblica della serie: ho fiducia nella magistratura. “Il sequestro – ribadisce – è un atto dovuto”. E poi: “non ho nulla da temere”. Ma annuncia che darà battaglia: “Mi difenderò con ogni mezzo con chi specula sulla vicenda e chi se ne rende complice”. Querele in arrivo.
E la sensazione è che non la vicenda non si riuscirà a dirimere in breve.