La proposta di innalzare l’età pensionabile per i camionisti a 70 anni ha aperto un acceso dibattito nel panorama italiano
Un emendamento al decreto legge sul nuovo Codice della Strada, che prevede di estendere la possibilità di guida dei mezzi pesanti fino a questa età, è stato presentato come una risposta alla crescente carenza di autisti, stimata in circa 20.000 unità nel nostro Paese. Tuttavia, questa misura non è ben vista da sindacati e parti sociali, le quali temono un ulteriore deterioramento delle condizioni di lavoro.
“Non possiamo dimenticare che il lavoro di camionista è usurante e comporta rischi significativi per la salute e la sicurezza”, a esprimersi sulla vicenda, questa volta è Monsignor Jean Marie Gervais, presidente dell’associazione culturale “Tota Pulchra” che in veste “puramente laica” ha sottolineato il fabbisogno di un approccio più umano sulla questione: “Prolungare la carriera di questi professionisti fino a 70 anni senza un adeguato riconoscimento delle difficoltà e dei rischi legati alla loro attività non è solo ingiusto, ma anche irrispettoso nei confronti di coloro che dedicano la loro vita a garantire il funzionamento della nostra economia”.
Monsignor Gervais ha sottolineato il fabbisogno di un approccio più umano alla questione. “I lavoratori del settore meritano di essere ascoltati. È fondamentale che i datori di lavoro e le istituzioni riconoscano l’usura fisica e psicologica a cui sono sottoposti. Aggiungere anni di lavoro a una carriera già lunga non solo ignora le loro esigenze, ma mette anche a rischio la sicurezza di tutti gli utenti della strada.”
Il nuovo emendamento, se approvato, consentirebbe ai camionisti di continuare a guidare mezzi pesanti fino ai 70 anni, una decisione che, secondo Monsignor Gervais, potrebbe portare a gravi conseguenze: “Se permettiamo che un’automobile pesante venga guidata da qualcuno che potrebbe non avere più le stesse capacità fisiche e mentali, stiamo giocando con la vita di molte persone, sia lavoratori che cittadini. È nostro dovere proteggere chi ci protegge e garantire che la loro salute e il loro benessere siano sempre al primo posto.”
I sindacati, tra cui Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno già espresso il loro forte dissenso verso questa misura, denunciando come possa peggiorare ulteriormente le condizioni lavorative di chi opera nel settore. “In questo modo, si nega al personale viaggiante il diritto al riconoscimento di un lavoro usurante e si rischia di compromettere la sicurezza delle strade”, hanno dichiarato.
In un momento in cui il bisogno di autisti è in aumento, la domanda fondamentale resta: come possiamo garantire non solo il lavoro, ma anche la dignità dei lavoratori? Monsignor Gervais l’ha messo in evidenza: “È imperativo che si trovino soluzioni sostenibili e rispettose dei diritti umani. Dobbiamo lavorare insieme per creare un futuro in cui il lavoro non solo sia garantito, ma sia anche un ambiente sano e sicuro per tutti.”
In conclusione, il dibattito sull’innalzamento dell’età pensionabile per i camionisti non riguarda solo questioni economiche, ma tocca il cuore stesso dei diritti dei lavoratori e la loro dignità. Le parole di Monsignor Gervais risuonano come un richiamo all’umanità e alla giustizia sociale: ogni professionista merita rispetto e una vita lavorativa che riconosca le sfide e le fatiche del proprio mestiere.