Durante un recente incontro nel programma “WALDEN, la terra della libertà”, condotto da Francesco Borgonovo, il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha affrontato le polemiche sollevate dai medici riguardo alle segnalazioni dei casi sulla maternità surrogata (GPA) e sulle responsabilità dei medici nei casi sospetti. Le preoccupazioni espresse dai professionisti del settore sanitario hanno suscitato un ampio dibattito pubblico, richiamando l’attenzione sulle implicazioni etiche e legali di questa pratica.
Il Ministro Roccella e i medici a confronto
Nel suo intervento, Roccella ha sottolineato l’importanza di garantire un approccio equilibrato e rispettoso nei confronti delle famiglie coinvolte. Ha evidenziato che le segnalazioni di casi di GPA non devono essere viste come una forma di stigmatizzazione, ma piuttosto come un’opportunità per avviare un dialogo costruttivo sulle normative vigenti e sulla protezione dei diritti delle donne e dei bambini.
Alla domanda sulle recenti polemiche legate alla segnalazione di GPA da parte dei medici, Roccella ha spiegato: “Considerare i medici ‘spie’ è una semplificazione. La legge italiana stabilisce da sempre che i pubblici ufficiali, compresi i medici, devono segnalare eventuali reati. È un principio che va oltre il caso della maternità surrogata e include reati come traffico di organi o violenza domestica.”
Il Ministro ha poi specificato che l’obiettivo della segnalazione è quello di monitorare e tutelare le condizioni di salute e di benessere di tutti i soggetti coinvolti. Roccella ha ribadito che le segnalazioni devono essere gestite con la massima serietà e professionalità, per garantire che ogni caso sia trattato con la dovuta attenzione e competenza.
Riguardo alle critiche mosse dai medici, il Ministro ha affermato che è fondamentale ascoltare le loro preoccupazioni e lavorare insieme per trovare soluzioni che possano migliorare il sistema sanitario e la legislazione relativa alla GPA. Ha espresso la volontà di istituire tavoli di lavoro con esperti del settore per approfondire le problematiche emerse e sviluppare linee guida più chiare.
La Posizione del Governo
Infine, Roccella ha esortato tutti gli attori coinvolti a mantenere un dialogo aperto e costruttivo, sottolineando che il benessere delle famiglie e la tutela dei diritti umani devono rimanere al centro della discussione. Con questo intervento, il Ministro ha cercato di posizionare il governo come un mediatore attivo e responsabile nel complesso dibattito sulla GPA, cercando di unire le diverse posizioni in un dialogo proficuo e orientato al futuro.
Concludendo il ministro ha dichiarato: << se la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione ribadiscono che questa è una battaglia di dignità, dobbiamo fare in modo che la legge venga recepita nella cultura diffusa, che la si comprenda fino in fondo come pratica offensiva, e rendere il divieto realmente efficace. Personalmente, sostengo appieno i movimenti che abbiamo citato, che mirano all’abolizione universale di questa pratica, e credo sia giusto che anche in altri Paesi si arrivi a un divieto universale>>.