Il Festival dell’Economia Carceraria è promosso ed organizzato da Semi di Libertà Onlus – associazione nata nel marzo 2014 dall’esperienza vissuta dai suoi fondatori nel carcere Regina Coeli di Roma – presso la Città dell’Altra Economia, con il sostegno del Gay Village, a Roma dal 2 al 3 Giugno 2018. E’ alla prima edizione e alla seconda giornata. Un festival che porta allo scoperto una realtà misconosciuta a molti. Un’iniziativa che punta su due giorni per promuovere l’economia carceraria e il contrasto alla recidiva – grazie all’aggregazione di modelli portatori di virtù, professionalità e voglia di fare nel sistema penitenziario del nostro Paese, con il supporto di varie conferenze e proiezioni audio-video, una mostra mercato di articoli e realizzazioni intra ed extra murarie provenienti da tutta Italia, un’esposizione di opere realizzate nelle carceri e un concerto – ma soprattutto mira a far conoscere vicende umane nel difficile percorso del riscatto e dell’inclusione in contesti sociali oltre la struttura detentiva. Leitmotiv e obiettivo: recuperare e reinserire detenuti nel mondo del lavoro e avvicinare la società civile esterna e le persone sottoposte a restrizione di libertà. Ed è così che nel Festival è riposta l’idea del progetto di svolta: la forza riabilitativa del lavoro e dei percorsi di formazione e istruzione, quali chiavi per aprire le porte di un nuovo futuro, quali dispositivi di valore incatenati alla dignità della persona e per sciogliere pregiudizi altrui (i termini usati pocanzi non vogliono ledere alcuno, anzi è un provare in buona fede a rimanere nello spirito degli organizzatori, e sono suggeriti da ciò che si è visto e percepito sia sui molti prodotti, esempio Birra ValelaPena o BuonaCondotta, in mostra al festival, sia nel bottaerisposta occasionale con le persone e lo staff presenti in loco). Un segnale forte. Sul sito del Festival, non in homepage, nell’ultimo capoverso prima del programma, si parla di Un percorso che inizia con il Festival e si svilupperà attraverso l’attuazione di una rete di promozione e commercializzazione, tramite una piattaforma online di comunicazione e vendita, la partecipazione a fiere ed eventi, e la costituzione di uno spazio espositivo permanente in grado di accogliere le eccellenze realizzate all’interno delle carceri facilitando la commercializzazione dei prodotti dell’economia carceraria. Prodotti che in questo modo finalmente possono “evadere” e “sprigionare” tutte le loro potenzialità.
Delle testimonianze brevemente qualcuna per tutte: quella della donna, sarta a Palermo, col viso scoperto e vestita di sorriso ed entusiasmo, mettendo in secondo piano la salopette di jeans e t-shirt bianca, che racconta il lavoro dietro i prodotti di sartoria sul suo banchetto e narra della sfilata realizzata con i capi appesi nello stand, del laboratorio tessile e creativo in cui lavorano insieme italiani e stranieri in difficoltà personali, relazionali, occupazionali o esistenziali; divertenti e simpatici i ragazzi addetti a mescere la birra artigianale proponendo anche degustazioni della stessa (ogni birra ha la sua storia, così come gli ingredienti e le persone impegnate a produrla si legge sulla brochure), alle prese con i gettoni in cambio della consumazione; l’esempio dell’arte e la produzione dolciaria, mediatrice tra i ragazzi in misura penale e le realtà produttive locali, e il progetto interistituzionale Libere dolcezze proposta del Servizio psicologico dell’IPM Casal del Marmo di Roma afferente alla UOC PIP SM della ASL Roma1, processo e occasione per mettersi in gioco con nuove parti di sé, come cita il depliant; prodotti di agricoltura biologica e sociale, valorizzando il territorio, rivolti a creare e a fare strada all’autonomia di persone svantaggiate nel segno dello sviluppo economico solidale e sostenibile e tantissimo altro da andare a vedere in prima persona o, per i meno fortunati, conoscere virtualmente al link. Non manca l’arte: originali le opere esposte, notevoli le narrazioni celate dalle tele quasi tutte dipinte ad olio e dai manufatti. Per quanto concerne gli argomenti trattati nelle conferenze, si menziona quella a cui si è assistito sui temi Dipendenze e sostegno psicologico delle 17.00, posticipata dopo le 18.00 di ieri. Conferenza che è stata ad impatto sulle dipendenze vissute in carcere, d’aspetto di testimonianza e sia psicologico sia psicoterapeutico con Marco Bruci, psicoterapeuta e presidente Cooperativa La Tenda, per “Le dipendenze”, e Marco Strano, psicologo e criminologo, presidente CSLSG, accompagnato da Quenn, un pastore tedesco, cane dell’unità cinofila, in merito al “Disagio psicologico in carcere e pet therapy, gli animali da compagnia come strumento di risocializzazione” prendendo spunto da un progetto avviato nelle carceri americane nel 1981.
L’evento, nel dettaglio, con il programma del festival sui social e la realtà delle tante storie di vita, in sintesi, e non per ultima, la voglia di fare e di essere che è molta di più presente attualmente al Testaccio.
Maria Anna Chimenti