La crisi di governo, ormai alle porte, potrebbe avere conseguenze anche sul fronte dei provvedimenti che devono essere prorogati o rinnovati dall'esecutivo.
Una delle riforme pilastro di questo esecutivo gialloverde è stata quota 100. Il pensionamento in anticipo che è stato fortemente voluto dalla Lega non dovrebbe correre rischi particolari. Di fatto si tratta di una norma che è stata varata per tre anni, fino al 2021. Il provvedimento dunque non dovrebbe subire variazioni. Di fatto spetterà poi al governo in carica nel 2021 la decisione se rinnovare o meno lo scivolo pensionistico. E proprio su questo fronte Salvini ha già annunciato che la mossa successiva sarà quella di sostituire Quota 100 con quota 41: per andare in pensione bastano 41 anni di contributi. Il leader della Lega ha già ribadito che questo è uno dei punti fondamentali del programma del Carroccio in vista della nuova tornata elettorale: “Il prossimo governo manderà tutti in pensione dopo 41 anni di lavoro. Noi – ha sottolineato – saremmo i cattivi, mentre la sinistra ha approvato la legge Fornero che manda in pensione a 67 anni con la schiena rotta. Il prossimo governo arriverà all’obiettivo che dopo 41 anni di fabbrica e lavoro, la pensione e un sacrosanto diritto“, ha affermato il ministro degli Interni parlando da Peschici.
Per quanto riguarda invece il proseguimento dell’iter di Quota 100, le coperture per la misura in chiave triennale sono già state varate nella legge di Bilancio del 2019. C’è però un nodo da sciogliere. Ed è quello di opzione donna. Il provvedimento che permette l’uscita in anticipo per le donne, era stato attivato già nel corso della scorsa legislatura. Per dargli seguito, il governo lo ha rinnovato per il 2019 con la manovra dello scorso anno. Con questo sistema le donne con almeno 58 anni di età e 35 di contributi possono accedere alla pensione. La proroga però scade quest’anno e dunque andrebbe rinnovata per il 2020. E su questo rinnovo, visti i venti di crisi, potrebbe pesare proprio l’incognita delle urne.