La mobilità sostenibile è uno dei pilastri del Green Deal Europeo, il piano targato UE mirato a rendere l’economia dell’Unione più rispettosa dell’ambiente. In questo ambito assume grande importanza per il nostro paese la nascita di Confmobility, l’associazione di imprese che promuove la transizione verso la mobilità sostenibile, leva strategica di sviluppo economico e occupazionale. L’associazione può contare su una network di 4mila imprese del settore del trasporto, logistica e industriale su tutto il territorio nazionale ed è nata per iniziativa di un gruppo di imprenditori con la volontà di operare una sintesi sulle normative, sui nuovi orientamenti europei e sulle opportunità di sviluppo in materia di mobilità sostenibile. Il sistema attuale di mobilità di merci e persone, che contribuiscono per il 25% in tutta Europa all’emissione di grandi quantità di CO2 in atmosfera, dovrà essere profondamente rivisto e riorganizzato e ConfMobility vuole essere un punto di riferimento per le imprese in questa stagione di rilancio. L’obiettivo principale è quello di supportare le aziende italiane che producono, vendono, distribuiscono e utilizzano mobilità in questa fase di transizione verde e digitale, fornendo loro gli strumenti e le competenze necessarie per conformarsi agli obiettivi di sostenibilità così come indicati dall’Agenda 2030 della Commissione europea.
“Abbiamo sviluppato moltissime iniziative interessanti in stretta collaborazione con i nostri partner ed esperti nei vari settori – spiega il neo presidente di ConfMobility, Roberto Verano – Per fornire alle aziende le competenze necessarie, intendiamo loro proporre progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, riducendo l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, carsharing o bikesharing aziendale; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani drivers che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione ed alla progressiva sostituzione delle colonnine di carburante con quelle energetiche (tra l’altro previste anche dalla recente Legge di Bilancio); in sintesi vogliamo essere a fianco delle imprese per risolvere i loro dubbi, quesiti e perplessità sulla mobilità sostenibile. Saper individuare e intercettare i finanziamenti europei è un’ottima opportunità che ci viene concessa, che spesso, ahimè, non si concretizza o non viene sfruttata per mancanza di strumenti o risorse: anche su questo fronte vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende”.
Le aziende della rete di ConfMobility possiedono circa 50.000 veicoli (il 70% sono mezzi superiori alle 3,5 tonnellate e per il restante 30% sono inferiori alle 3,5 tonnellate). Gli obiettivi condivisi dall’associazione riguardano una significativa riduzione delle emissioni di carbonio (almeno del 55% entro il 2030), un miglioramento della qualità della vita, maggiore competitività dell’Italia a livello globale (in molti paesi il cambiamento nell’ambito della mobilità sostenibile è ad uno stadio più avanzato), la creazione di nuovi posti di lavoro. Tali obiettivi sono raggiungibili grazie all’individuazione di bandi e finanziamenti dedicati per la trasformazione green, attraverso corsi di formazione per coloro che saranno, direttamente o indirettamente, coinvolti nel processo di transizione verde e digitale. ConfMobility intende farsi promotrice di un Sistema Integrato, connesso ed efficiente, che diffonde tra i propri aderenti un modello di networking basato sulla mobilità sostenibile, di merci e persone.
Moltissime le iniziative sviluppate dall’associazione in stretto coordinamento con partner ed esperti nei vari settori. Per fornire alle aziende le competenze necessarie, l’associazione promuove progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, riducendo l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, car sharing o bike sharing aziendale; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani drivers che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione ed alla progressiva sostituzione delle stazioni per il rifornimento di carburante con colonnine di ricarica (tra l’altro previste anche dalla recente Legge di Bilancio). In sintesi, ConfMobility vuole essere al fianco delle imprese per aiutarle ad affrontare le principali questioni legate alla mobilità sostenibile, una delle nuove frontiere per lo sviluppo presente e futuro non solo del nostro paese ma dell’intera Unione Europea.