Nell’Italia della difficile transizione post pandemia non mancano ottime prospettive sul piano occupazionale legate soprattutto al settore dell’innovazione in ambito di meccanica, manifattura e, più in generale, industria 4.0. Mancano invece e gravemente, come certificato costantemente dai dati diramati da Confindustria, profili adeguatamente qualificati che le aziende non siano costrette spesso a recepire all’estero. Mancano dunque un’adeguata proposta formativa e spesso percorsi qualificanti in grado di non pesare sulle stesse aziende, spesso impossibilitate a sostenere costi di tempi e risorse per la formazione. E’ in questo paradossale disallineamento che si inserisce la grande opportunità del progetto Virtus Lab, in grado di formare e qualificare gratuitamente persone in cerca di lavoro in base alle precise offerte di lavoro delle aziende che, di fronte a profili adeguatamente formati, sono di conseguenza in grado di assicurarne l’assunzione. Si tratta di un progetto già avviato negli ultimi anni in più aree territoriali del Paese, grazie al quale circa mille persone sono già state assunte stabilmente: nato non solo per offrire opportunità di lavoro, ma per conciliare al contempo quelle dimensioni che costituiscono un’attenzione integrale in termini di qualità della vita, come le esigenze abitative, il ricongiungimento familiare, l’attenzione alle relazioni, le possibilità di inserimento sociale, di trasporto sul luogo di lavoro e non solo.
Una grande leva di occupazione ed inclusione sociale, in grado di congiungere anche occasioni di partnership ad ampio raggio nella Penisola, ponti tra ricerca e innovazione, regioni del sud e del nord, valorizzazione delle reti di collaborazione tra imprese e territori. L’ultima straordinaria opportunità legata al progetto è stata resa nota lo scorso 11 ottobre all’assemblea 2021 di Unindustria Reggio Emilia e riguarda l’opportunità di lavoro e inserimento destinata a ben 3mila persone di tutto il territorio nazionale. Una notizia di particolare rilievo per tutto il Paese per la portata sociale che il piano presentato può costituire grazie all’idea di inclusione integrale e sostenibile definita tramite il progetto Virtus Lab Reggio Emilia, articolato durante i lavori. Tornato finalmente in presenza dopo oltre un anno e mezzo di pandemia, il consesso ha infatti presentato non solo la grande prospettiva occupazionale offerta da un tessuto produttivo che ha già ripreso a correre ben oltre la media del Paese in questa fase di complessa ripartenza, ma la necessità di accompagnare i tanti nuovi lavoratori attraverso la cura di un inserimento integrale della persona, secondo gli obiettivi di Virtus LaB.
“Formazione ed impiego hanno costituito le direttrici valoriali di Virtus Lab in questi anni di attività e risultati. Sono grato del riconoscimento che il nostro modello stia ricevendo come progetto di rilievo e di interesse nazionale. Il nostro metodo si basa su una progettazione che punta al coinvolgimento costante degli stakeholder territoriali, come istituzioni, diocesi, parrocchie, imprese, e sullo scambio di esperienze e competenze al servizio di una piena dignità personale e professionale – afferma Francesco Augurusa, fondatore di Virtus Lab – per una preparazione costantemente al passo, il “learning by doing” (imparare facendo) offre l’opportunità ad ogni ragazzo di sperimentare i propri talenti e toccare con mano la realtà lavorativa e sociale in cui si inserirà, potendo essere protagonista nella costruzione del proprio futuro e cercando una collocazione personale dignitosa. Per queste ragioni, i nostri corsi sono apprezzati dalle famiglie, costituendo un canale diretto di accesso al mondo del lavoro”.
Da Reggio transita dunque una straordinaria occasione in grado di ricucire anche le regioni in uno scambio virtuoso di opportunità legate alle nuove professioni dell’industria 4.0, che apre scenari di grande speranza. A fare da cornice simbolica per i lavori, nel giorno della sua inaugurazione, il nuovo Dal-Digital automation lab, laboratorio della manifattura più avanzata, dove le imprese del territorio e non solo potranno sperimentare tutte le innovative soluzioni hi-tech 4.0 e trasformare in crescita duratura il “rimbalzo” operativo di questi mesi. A testimoniarne la ripresa, i 6 miliardi di euro di export realizzati nel primo semestre 2021 dalle imprese della provincia, addirittura superiori allo stesso periodo pre-Covid del 2019, per un tasso di disoccupazione da fare invidia a livello nazionale, in quanto di poco superiore al 4%.
“La nostra comunità si è messa da tempo al lavoro per costruire il proprio futuro, evidenziando in tal modo anche una forte esigenza sia di reperimento di figure professionali tradizionali, sia di competenze legate alla fabbrica intelligente e alla trasformazione digitale – ha affermato Fabio Storchi, presidente dei quasi mille industriali reggiani associati a Confindustria – l’offerta di formazione e lavoro denominata Virtus Lab Reggio Emilia è rivolta ai giovani e alle giovani di tutta Italia affinché scelgano l’industria e il territorio reggiani come ambiti nei quali lavorare, vivere e crescere”.
Un approccio collaborativo richiamato nel corso della recente Assemblea di Confindustria anche dal Presidente Bonomi come “Patto per l’Italia”, ripreso dal Presidente del Consiglio che, a sua volta, ha evidenziato la necessità di aprire una nuova stagione di relazioni industriali attraverso un “patto economico, produttivo, sociale del Paese”. In media, la previsione di nuove assunzioni inoltrate ad Unindustria Reggio Emilia riguarda nello specifico un’azienda su tre, grazie a un boom di produzione trainato in particolare dal settore della metalmeccanica in particolare (+55,8% nel secondo trimestre). Il lavoro nell’Italia post Covid c’è ed è già possibile scrivere, per chi fosse interessato, all’indirizzo info@virtus-lab.it. Alle reti territoriali extraregionali, ora, il compito di rivolgere questa speranza a quanti cercano un’opportunità nuova di vita e lavoro.
di Marcello Strano