“C’era un volta un imprenditore affermato e ambizioso venuto da lontano che un bel giorno si innamorò di una bellissima isola abbandonata e la scelse per realizzare un sogno, quello di lasciare una traccia”. Potrebbe forse iniziare così una ipotetica fiaba ambientata in uno dei luoghi più belli e affascinanti della Sicilia, l’Isola di Altavilla detta anche Isola Lunga, un meraviglioso scrigno di biodiversità mediterranea adagiato nella laguna dello Stagnone di Marsala. Protagonista di una fiaba assolutamente reale è Lorenzo Zurino, giovane imprenditore sorrentino che con la sua The One Company è una delle realtà più importanti su scala nazionale nell’import-export di eccellenze alimentari italiane negli Stati Uniti ed in diversi paesi del mondo. Sbarcato in Sicilia per dare vita ad Efebo, il primo sigaro Made in Italy con foglie di tabacco coltivate localmente, Zurino è rimasto conquistato dal fascino dell’Isola Lunga che, al pari di una bella addormentata, aspettava proprio un principe azzurro per il proprio risveglio. Come in tutte le fiabe che si rispettino però, il protagonista deve superare numerosi ostacoli rappresentati in questo caso da una enorme opera di pulizia e riqualificazione, ancora in corso, resa ancora più difficile dalla mancanza sull’isola di servizi elementari quali corrente elettrica e acqua potabile. Sull’Isola di Altavilla non esistono ovviamente ponti e tutti i trasporti devono essere effettuati attraverso l’utilizzo di chiatte e barche che attraversano la Laguna della Stagnone per attraccare su di un piccolo ma meraviglioso molo. L’approdo e i primi metri sull’isola trasmettono subito l’idea di un posto incantato, fuori dal tempo, accarezzato dal vento e dal mare, decorato da una meravigliosa macchia mediterranea e baciato dal sole. Un luogo che Zurino vuole rendere non solo un “buen retiro” ma anche una sorta di laboratorio agricolo, attraverso la reintroduzione sull’isola di due vitigni originari dell’isola, il Catarratto e il Grillo, da tempo abbandonati e i cui germogli crescono oggi a poca distanza dalla laguna dello Stagnone. L’impresa agricola creata da Zurino si avvale della collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università di Palermo, funzionale anche all’introduzione sull’isola di colture sperimentali, ad esempio la salicornia o “asparago di mare”, legate a specifici progetti di ricerca. Il principe non è insomma solo nella sfida di risvegliare la propria bella ed anche questa fiaba ha il suo castello, rappresentato da un edificio agricolo tipicamente mediterraneo che, grazie ad un’accurata opera di restauro, sta tornando a nuova vita. A rendere unica l’Isola di Altavilla sono anche le antiche saline, ora dismesse, che il progetto di riqualificazione riattiverà attraverso l’ingresso del mare supportato da un’adeguata canalizzazione. La ristrutturazione di un meraviglioso mulino adiacente alle saline stesse, che conserva ancora al proprio interno il meccanismo di funzionamento, e la creazione di sentieri illuminati per godere delle meraviglie dell’isola anche durante le ore notturne rappresentano ulteriori tasselli di un mosaico bellissimo del quale oggi si cominciano a vedere le prime figure. In tutte le fiabe esistono però anche i cattivi, rappresentati in questo caso dalle lentezze burocratiche, dai limiti infrastrutturali, dalle difficoltà di accesso al mercato dei capitali, mali atavici che impediscono non solo al Sud ma a tutta l’Italia di sfruttare in pieno le proprie immense potenzialità. Le fiabe però non sarebbero tali se non contemplassero il lieto fine e il principe è convinto di farcela, come quando da Sorrento sbarcò a New York ed iniziò come giovane ragazzo di bottega sognando di costruire qualcosa di grande. Ma questa è un’altra storia, anzi un’altra fiaba.